Ariano Irpino

Era un poliziotto all'antica. Figlio di contadini di Castel del Lago, cresciuto con sacrifici e valori. Salvatore Ambrosino, morto a 72 anni per colpa del Covid-19, ha lavorato e vissuto per molti anni ad Ariano Irpino, in Commissariato. Qui ha chiuso la sua carriera in Polizia a capo della squadra investigativa. Conosciuto e stimato da tutti per i modi garbati e affabili, per l'umanità e la cordialità che trasmetteva. Sempre sorridente e gentile con tutti. Un padre di famiglia.

Comunicava anche con lo sguardo, sempre mite e vigile. Non era per le pratiche sbrigative e poliziesche quanto per il buon senso e la mediazione. Doti innate, e insolite, che lo hanno reso un personaggio amato da tutti sul Tricolle. Ieri ha smesso di respirare dopo dieci giorni di ricovero nella Rianimazione del Moscati di Avellino. La sua respirazione sempre più affannosa e compromessa da un virus che non dà scampo dipendeva ormai dai macchinari. I parametri vitali compromessi hanno spento, purtroppo, anche l'ultimo barlume di speranza.

Salvatore è andato via in un giorno di primavera dalle temperature invernali. Nessuno dei familiari più stretti, la cara figlia Laura, il figlio Emilio, il genero Giuseppe e gli adorati nipoti  lo ha potuto salutare e abbracciare a causa della quarantena e delle disposizioni governative.

La salma, giunta a Castel del Lago, è stata benedetta da don Paolo Pascarella e tumulata nel cimitero del Cubante dopo un breve giro del carro funebre nel paese natale e davanti alla sua casa di via Ponte Rotto dove abitava con la figlia Laura e gli adorati nipotini.