Pontecagnano Faiano

"I primi due casi accertati di Covid-19 a Pontecagnano Faiano sono persone della nostra famiglia." Inizia così la lettera che Antonietta Ligurso scrive ai cittadini del comune di Pontecagnano. Un lungo sfogo che la donna ha deciso di pubblicare per mettere in chiaro la vicenda e mettere un freno alle polemiche. 

Nel suo scritto viene ricostruito l'intero percorso. Un momento difficile, che ha esposto l'intera famiglia a una vera gogna mediatica: "Possiamo rassicurare la comunita', siamo rimasti in quasi totale isolamento dal giorno 1 Marzo restando sempre in contatto con medici di base e ASL, provvedendo ovviamente ad informare tutte le pochissime persone con cui siamo entrati in contatto prima e dopo la comparsa dei sintomi e comunque molto prima di avere avuto conferma della positività. Da allora ad oggi sono passati piu' di 15 giorni quindi per quanto ci riguarda non siamo piu' noi il vostro PERICOLO. Resteremo in quarantena e invitiamo tutti voi a farlo seriamente.

Il 22/23/24 febbraio abbiamo frequentato, nostro malgrado, l'ospedale di Salerno. Per la nostra grave perdita abbiamo ricevuto un caloroso abbraccio di una popolazione intera. Tantissime persone che ci hanno dimostrato la loro vicinanza e che vogliamo ulteriormente ringraziare. Tutte queste persone hanno figli/parenti/amici che abitano, vivono, studiano, lavorano chissa' dove, e chissa' se qualcuno di voi ci ha pensato ... i Ligurso forse sono VITTIME non carnefici ... vittime di un destino che non possiamo comandare. Questo pero', nonostante il momento difficile in cui ci troviamo e di cui voi tutti siete a conoscenza, non ci ha portato ad additare, screditare, diffamare nessuno di voi. Per chi accusa nostro zio come possibile/sicuro untore, sappiate che e' venuto a dare l'ultimo saluto alla cognata in un momento in cui Milano non era zona rossa e godeva di ottima salute, non e' scappato dalla zona rossa per tornare al paesello, e soprattutto ha avuto febbre dal giorno 7 Marzo. Successivamente si e' scoperto positivo al Covid-19, esattamente 10 giorni dopo essere tornato a Milano. Pensateci, e' molto probabile che il "regalo" lo avete fatto voi a lui." 

"Ringraziamo il Sindaco per aver piu' volte rimarcato come la violazione della Privacy sia un reato, i dottori che hanno seguito i nostri casi e per i quali e' stata disposta la quarantena subendone anche le conseguenze lavorative e infine tutti coloro che ci hanno incontrato e non ci hanno fatto pesare l'avvenuto.
Siamo a conoscenza di quanto accaduto sui social e pur comprendendo la paura della popolazione, non abbiamo alcuna intenzione di incassare inermi le ingiurie dei cosiddetti "leoni da tastiera" nè tantomeno accettiamo la violazione della privacy che si e' consumata con la fuga di notizie da parte delle istituzioni.
Renderemo disponibili tutti gli audio, foto, post, commenti facebook e messaggi whatsapp in nostro possesso ai Carabinieri e alla Polizia postale, useremo ogni mezzo lecito per risalire a chiunque abbia commesso/commetterà reati contro di noi." 
conclude la famiglia Ligurso, annunciando una battaglia legale.