Sant'Arsenio

La magistratura ha aperto un’inchiesta per far luce sulle cause che hanno portato al decesso di Massimiliano Malzone, il 39enne di Agnone che lo scorso 28 maggio fu condotto in ambulanza presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Sant’Arsenio, a seguito di una crisi violenta che lo vide protagonista con un lancio di pietre verso i passanti.

Il giovane, poi, sfasciò con una spranga di ferro, anche la Fiat Punto della polizia municipale di Montecorice, che era giunta sul luogo per vigilare durante il trattamento sanitario obbligatorio, e tentò di investire il medico del centro di igiene mentale di Agropoli. Solo l’intervento dei carabinieri scongiurò il peggio, con il 39enne che fu sedato e portato in ospedale.

Poi la morte per arresto cardiaco lunedì sera, con la salma che è stata immediatamente posta sotto sequestro, su richiesta della Procura di Lagonegro, che ha aperto un fascicolo, disponendo l’autopsia del corpo, che dovrebbe essere effettuata oggi. I carabinieri di Polla, lunedì sera dopo il decesso, si sono recati presso l’ospedale di Sant’Arsenio per sequestrare la cartella clinica del 39enne.

La famiglia vuole fare chiarezza sulla vicenda, e tramite il proprio avvocato ha nominato un consulente medico di parte. Stando ad alcune dichiarazioni trapelate, da un primo esame esterno del corpo, sarebbero stati notati dei segni che fanno pensare ad alcune torture subite dall’uomo durante il ricovero.

Si vuole fare chiarezza, quindi, anche perché rimane impresso ancora nella mente delle persone, il caso relativo alla morte di Franco Mastrogiovanni, il professore di Castelnuovo Cilento, deceduto nell’agosto del 2009, durante il ricovero presso il reparto psichiatrico dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, dopo essere stato legato mani e piedi al letto per ottantadue ore.

 

Massimiliano Grimaldi