Benevento

“In questi anni ho avvertito profondamente il peso della solitudine, l’assenza di alleati, la conservazione sterile di piccoli orticelli. Nel mezzo e nonostante tutto quello che io potessi fare, il Sannio ha continuato a perdere molti dei suoi giovani...” E' solo uno passo della lunga lettera che il consigliere regionale uscente sannita, del Partito democratico ha indirizzato ai cittadini e amministratori della Provincia di Benevento. Non un bilancio positivo, come ci tiene a sottolineare Mino Mortaruolo, ma un invito per uscire dai “modelli stantii di una certa politica...”. Al centro della missiva infatti la richiesta di modifica della legge elettorale per le Regionali.

di seguito la lettera

Cari sindaci, consiglieri, rappresentanti sindacali, cari giornalisti, educatori, cittadini tutti, sento il bisogno di scrivere questa riflessione per condividere con voi un pezzo dell’esperienza da consigliere regionale al servizio della mia terra, unico consigliere del Sannio, uno su 50. Se state pensando che sono qui a scrivervi per fare un bilancio radioso della mia esperienza amministrativa, parlarvi del mio operato, sempre presente, meticoloso e disponibile a prescindere dall’appartenenza politica, molto probabilmente non continuereste la lettura. Certamente nell’era della comunicazione e del presenzialismo di rito, il lavoro silenzioso e costante fa meno notizia dell’apertura di un fast food o di qualche cerimonia in pompa magna che più che celebrare il nostro territorio, è finita per celebrare l’ego di pochi singoli. Tuttavia, l’intento di questa lettera è ben altro: provare insieme a fare uno sforzo comune, come classi dirigenti, nel ripensare i modelli stantii e inadeguati di una certa politica e riproporre con forza e determinazione il tema della rappresentanza.
Mi conoscete tutti come Mino, sebbene il mio nome di battesimo sia Erasmo, la cui festività cade non a caso il 2 giugno, festa della Repubblica. Forse anche per questo ho sempre considerato l’impegno istituzionale e la rappresentanza come le forme più elevate di responsabilità verso gli altri. È un grande onore ricevere la fiducia delle persone, poterne ascoltare i bisogni, immaginare prospettive per le comunità che si rappresentano: penso al lavoro di tanti sindaci in realtà difficili, alle imprese in difficoltà, alle persone comuni strette da una crisi che è finita per rosicare anche le ossa, e in tutti quegli occhi ho visto un senso di smarrimento e di sfiducia che mi ha condotto in tante occasioni ad interrogarmi sul senso del mio ruolo. Più che il peso delle responsabilità che sono il sale quotidiano di chi sceglie l’impegno politico, in questi anni ho avvertito profondamente il peso della solitudine, l’assenza di alleati, la conservazione sterile di piccoli orticelli.
Nel mezzo e nonostante tutto quello che io potessi fare, il Sannio ha continuato a perdere molti dei suoi giovani, piccole realtà produttive e, più in generale, opportunità di sviluppo. Senza un’inversione di marcia sostanziale ci avviamo inesorabilmente ad essere una piccola distesa di terre e case abbandonate, per quanto possiamo raccontare nella miriade di convegni a cui partecipiamo sempre in pochi addetti.
Per queste ragioni il tema della rappresentanza e della condivisione delle responsabilità diventa cruciale.
Ho scelto di farmene carico presentando una proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale che porti ad un minimo di tre il numero dei consiglieri regionali per ogni singola provincia campana, al fine di favorire la dialettica, il punto di vista di un’area interna, con le sue esigenze e le sue peculiarità, e sostenere iniziative condivise che diano respiro e prospettive ai nostri territori.
E arriviamo così al senso di questa riflessione, per chi ha continuato a leggere fin qui, cosa possiamo fare noi?
Possiamo essere promotori insieme di uno sforzo condiviso, facendo leva sui nostri riferimenti politici, discutendone nei partiti, nelle associazioni, nei luoghi di aggregazione, per dire che la rappresentanza non può essere slegata da un principio di equità e giustizia sociale?
Possiamo far partire da qui, da questa terra che tanto è capace di dare ma che oggi più che mai ha bisogno di sostegno e di visione, una spinta politica e sociale che vada a rompere quell’isolamento non solo territoriale ma anche istituzionale?
È questo l’appello che rivolgo a tutta la comunità politica, imprenditoriale, associativa del Sannio. Non sono mai stato un urlatore, non amo l’espressione sbattere i pugni, non mi interessano le battaglie di retroguardia o le rivendicazioni di frontiera. Ho fatto tutto quanto mi è stato possibile, con tutti i limiti e le difficoltà di una crisi senza precedenti e di eventi che hanno condizionato non poco l’azione amministrativa, e rimango convinto che abbiamo a disposizione le armi più improntanti che la lotta di resistenza al nazifascismo ci ha consegnato, la democrazia e la Costituzione. Possiamo scrivere insieme le nostre regole, possiamo confrontarci senza alzare barriere, possiamo dare al Sannio una rappresentanza autorevole, diversificata nelle opinioni e nelle scelte, ma pur sempre nell’interesse di una comunità che ha ormai troppo poco tempo a disposizione.
Presenterò ai capigruppo una mozione con la quale chiederò l’immediata discussione in consiglio regionale della proposta di legge e verificare nei luoghi deputati a discutere e decidere delle nostre realtà chi ha cuore l’interesse delle aree interne e chi invece preferisce continuare ad utilizzarle come uno spauracchio sempre utile a qualche trafiletto sui giornali, chi assolve al proprio ruolo al servizio delle comunità e chi preferisce voltarsi dall’altra parte, chi sceglie di stare con la Campania, tutta, aree costiere ed aree interne, e chi si fa forte delle debolezze altrui.
In politica come nella vita arriva un momento in cui occorre scegliere, in cui alla responsabilità individuale si somma una responsabilità collettiva che chiama in causa le istituzioni rappresentative e il senso stesso della nostra funzione.

Erasmo Mortaruolo
Consigliere regionale