Si chiudono le scuole, i teatri, i cinema, i tribunali, vietati gli assembramenti in tutta Italia ma in Campania il concorsone della Regione va avanti, anche con l'emergenza Covid 19.
Ultima giornata di prove: oggi vengono recuperate le prove rinviate destinate ai laureati, in tutto 674 candidati divisi tra mattina e pomeriggio. Il Governatore Vincenzo De Luca non ci pensa proprio a bloccare il concorsone che aveva già subìto uno stop prima dell'emergenza.
“Abbiamo dotato tutte le precauzioni necessarie – ha dichiarato il presidente a Radio Rai Uno - abbiamo distanziato i banchi, abbiamo collocato distributori di disinfettante. Quel minimo di attenzione e di prudenza. A maggior ragione stiamo mandando avanti i concorsi che riguardano l’aera sanitaria. La nostra linea: Nessun panico ma estremo rigore e attenzione”.
Ma c'è chi come la capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione, Valeria Ciarimbino, giudica questa decisione “irresponsabile”.
“Il governo italiano chiude le scuole per precauzione, ma De Luca si ostina a non rinviare i concorsi in Campania. È un atteggiamento che considero irresponsabile. Ho ricevuto messaggi da donne incinte che dovrebbero prendere parte ai concorsi dei prossimi giorni e sono preoccupate. Senza contare che in Campania arriveranno partecipanti da ogni parte d'Italia, anche dalle zone in cui i contagi sono più estesi. La domanda è perché?”
La risposta potrebbe apparire fin troppo facile in ottica elettorale. Le assunzioni promesse dal governatore per il grande Piano Lavoro da 10mila posti promosso dalla Regione rappresentano una carta troppo preziosa da giocare in vista delle elezioni di primavera. Lavoro, insieme a sanità e rifiuti restano i tre assi sui quali De Luca costruisce incessantemente da mesi l'impalcatura della sua rielezione.
Tre piani scivolosi, di più: pericolosi. Ma niente manderà all'aria i piani dello sceriffo. Non ci è riuscito il Tar Campania il 12 febbraio scorso che di fatto annullava l'intera procedura concorsuale per presunti vizi sull'anonimato (sempre oggi è fissata l’udienza al Consiglio di Stato) e non ci riuscirà certo il coronavirus.
È anche vero che tra due mesi, quando tutto questo sarà finito (si spera) si tornerà alla vita normale e bisognerà fare i conti con i danni e le ripercussioni economiche di questa grande emergenza sanitaria. Molte le aziende che già annunciano il ricorso a cassa integrazione e riduzione di personale. Aver dato una chance a 10mila giovani potrebbe rivelarsi molto più che una buona trovata elettorale.