Montefredane

Quarantaquattro notti in presidio permanente in Comune a Montefredane e da oggi operai della Novolegno accampati, in tenda, davanti lo stabilimento di Arcella. Esattamente un anno dopo la chiusura dell’azienda e a poche settimane dalla fine della cassa integrazione, che scadrà il prossimo 15 maggio, la mobilitazione dei 117 lavoratori si inasprisce e accusa la proprietà Fantoni di procedere, noncurante degli accordi, allo smantellamento del sito. “Abbiamo deciso di procedere al rafforzamento del presidio - spiega Di Capua Fillea Cgl - perché la proprietà non sta rispettando gli accordi. Procede allo smantellamento dell’azienda a tre mesi dalla scadenza della cassa in totale inosservanza degli accordi con le sigle sindacali”.

Sullo sfondo le storie degli operai come Franco da 30 anni operaio della fabbrica. “Fantoni avrebbe dovuto comportarsi con noi come un buon padre di famiglia. cosa che non è avvenuta. Lavoravo in questa fabbrica da tre decenni una vita intera investita qui. Credevo nel gruppo. Ho messo su famiglia, ho fatto progetti e ora mi trovo in bilico come i miei 116 colleghi. Uno dei miei figli deve andare all’università e mi sento distrutto a pensare che rischio di non potergli permettere di accedere agli studi universitari”.

Intanto i sindacati annunciano che nel pomeriggio raggiungeranno Flumeri per parlare con i Ministri Di Maio e Patuanelli. “Siamo pronti a consegnare il documento - spiega Pasquale Sorrento della Cgl -. Di Maio ha seguito la nostra vertenza e ci auguriamo che possa intervenire in maniera concreta, intercedendo subito con la proprietà”.

Ecoc di seguito la lettera che consegneranno al Ministro

Sig. Ministro, 

le scriviamo, in occasione della sua visita in Irpinia e dopo aver richiesto varie volte incontro, presso il MISE, per metterla a conoscenza delle problematiche Novolegno-Gruppo Fantoni di Arcella Montefredane (Av) che vuole cessare l’attività industriale in Irpinia a favore di ingenti investimenti in altro sito del Friuli per produrre manufatti sviluppati da noi lavoratori Novolegno di Avellino in circa 40 anni.

L’azienda Novolegno, ci nega un confronto serio, mentre ha la Cigs in corso, affidando attività di smontaggio macchinari dello stabilimento di Arcella di Montefredane (Av), non contemplato nell’accordo sindacale, mentre voci riportano anche della vendita opificio, tutto senza alcuna informativa di merito eppure entro Dicembre l'Advisor, individuato in sede ministeriale, doveva informarci ma niente! Per noi è fondamentale aprire, affrontare e discutere un programma di Reindustrializzazione per un nuovo piano industriale, le aree interne non posso subire un’ulteriore scippo, con perdita di posti di lavoro e reddito! Per queste ragioni, Lei deve sapere, che siamo in presidio permanente presso la sala consiliare del Comune di Montefredane dal 9 Gennaio, Quarantaquattro giorni e notti, e da una settimana in Sit-In presso lo stabilimento di Arcella, per non far uscire, eventualmente, i macchinari, la situazione è tesa, non le sfuggirà.

La cessazione di attività, i licenziamenti di oltre 100 dipendenti, più volte richiamate in confronti presso la Regione Campania, al Comune di Montefredane, ci sembra consegnare l’inerzia dello Stato, del Governo, che in uno con le Istituzioni coinvolte non sono in grado di fare un’azione persuasiva, di forza, per portare al tavolo il Gruppo Fantoni, questa cosa è davvero insopportabile ed inaccettabile. Come lavoratori abbiamo sempre dato il massimo, per cui la convocazione al Mise è il minimo che ci aspettiamo dopo tanti anni di lavoro. L’obiettivo è l’individuazione di soluzioni idonee a scongiurare la dismissione e i licenziamenti, ma anche ad assicurare una corretta, trasparente, gestione dell’accordo di CIGS, con verifica dei comportamenti aziendali nella eventuale, cessione a terzi.

Riteniamo che sia fondamentale il confronto prima dello smontaggio dei macchinari e l’asporto dei mezzi di produzione dallo stabilimento Novolegno di Arcella, vogliamo sapere cosa si farà nell’area e cosa faremo noi lavoratori! Per questo lei, il Governo, deve attivarsi, in tutti i modi, seppur in un momento delicatissimo per l’Italia, per non lasciare indietro la vertenza Novolegno, non possiamo accettare di essere “defraudati/rubati” dei macchinari dello stabilimento, senza che ci sia stato incontro, adeguata informativa e prospettive future.