Montesarchio

Si sono autorganizzati, sfruttando i contributi regionali e prendendosi la fabbrica che aveva chiuso i battenti. 
E' una storia stupenda quella che arriva da Montesarchio: qui c'era la Moccia, da decenni, fabbricava mattoni, poi la crisi, lunga, dolorosa, con l'epilogo tutt'altro che felice dello stop alla produzione e dei lavoratori, circa 50, con 50 famiglie, senza una prospettiva. 
Non si sono dati per vinti: hanno valutato bene il da farsi, hanno creato due coperative e sfruttato i contributi regionali. Diventando imprenditori di loro stessi: produrranno ancora mattoni sì, ma di quelli bio, rivoluzionari, li faranno con la canapa e con l'argilla, a impatto ambientale 0. E poi? E poi faranno un'altra coperativa: da queste parti si facevano le pignate, i montesarchiesi sono noti pignatari. Erano, perché non le fa più nessuno le pignate. E dunque? Le faranno loro: "pignate" di pregio, buone, che ognuno dovrebbe tenere in casa.
Esulta anche l'amministrazione: "Questa mattina il sindaco Damiano e l'assessore al lavoro e attività produttive Clemente hanno accolto l'assessore regionale Palmeri davanti all'ex laterificio Moccia, che ha cessato l'attività nell'ottobre 2018, lasciando nello sconforto tante famiglie. Tutti i lavoratori si sono organizzati in 2 cooperative di lavoro utilizzando la misura della Regione Campania Worker Byout, che finanzia ciascuna idea progettuale con un contributo fino a 300 mila euro.
Sono nate 2 idee d'impresa, la prima prevede la produzione di materiali di bioedilizia (progetto assolutamente rivoluzionario) di canapa e argilla, il secondo una produzione di vasi tipici dei pignatari di Montesarchio, accompagnato da una scuola di recupero dei vecchi mestieri".