Avellino

 Era entrato in carcere la mattina del 24 gennaio 2020 a seguito della emissione, da parte dell'Ufficio Esecuzioni Penali della Procura di Avellino, dell'ordine di esecuzione per la carcerazione per una pena da scontare di mesi 8 di reclusione.

A.C., sessantaduenne della provincia di Avellino, ex direttore di un Ufficio Postale, aveva pertanto visto aprirsi le porte del carcere di Bellizzi Irpino, dopo una sentenza di condanna divenuta definitiva nel febbraio 2019, per un reato commesso nel Luglio 2003.

L'accusa, confermata nei tre gradi di giudizio, è quella di peculato, per la quale il direttore dell'ufficio postale aveva subito una originaria condanna ad anni 3 e mesi 8 di reclusione, di cui 3 anni indultati.

Restavano, pertanto, da scontare 8 mesi per i quali, in virtù della legge cosiddetta "spazzacorrotti", fortemente voluta dal Movimento dei Cinque Stelle per contrastare i reati di natura patrimoniale commessi dai funzionari e dagli impiegati del settore pubblico non vi è alcuna possibiità di misure alternative al carcere.

Non così per il difensore di fiducia del Direttore dell'Ufficio Postale, l'avvocato Rolando Iorio, il quale ha impugnato il provvedimento esecutivo contestantone la illegittimità della sua applicazione retroattiva, anche in considerazione di un Comunicato Ufficiale emesso in data 12 febbraio 2020 dalla Corte Costituzionale che, a giorni, depositerà la relativa sentenza.

In accoglimento della predetta istanza, nella mattinata di ieri, con provvedimento del Procuratore Del Mauro, si sono aperte le porte del carcere per il sessantaduenne che, dopo ben 27 giorni di reclusione, ha riacquistato la propria libertà.

Si tratta di uno dei primi casi in Italia di scarcerazione a seguito della ritenuta illegittima applicazione retroattiva della legge spazzacorrotti.