Avellino

Dopo un anno anche Ariano Irpino, come è stato per Avellino capoluogo, torna al voto per le amministrative, ma Domenico Gambacorta stavolta non ci sarà. Non direttamente impegnato come candidato almeno, ma di sicuro l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia nonché dirigente regionale di Forza Italia, sarà presente in questa competizione elettorale non fosse altro che per ricordare ai suoi concittadini, che nel 2019 hanno preferito Enrico Franza al secondo turno, che non sempre un nome nuovo equivale a buon governo. 

Il ribaltone del maggio scorso sconvolse gli equilibri politici locali. Ma quello che venne fuori dalle urne era un film già scritto. Un sindaco senza maggioranza non avrebbe retto a lungo e alla fine Franza si è dimesso. Epilogo inevitabile?

“Il sindaco ha scelto lui di dimmettersi. Non ci sentiamo responsabili. Non ha mai provato seriamente a trovare un accordo chiaro e trasparente, ha tentato di convincere i consiglieri eletti inseguendo il singolo voto, ma non ha mai voluto tentare l’unica strada possibile per lui: un patto di responsabilità istituzionale su pochi punti programmatici precisi per la città.  Anche il Partito Democratico ha criticato il modo in cui Franza ha condotto la crisi. Proprio qui da Ariano Famiglietti e De Caro lo hanno sottolineato: se c’è un sindaco di una parte e un consiglio di segno opposto era evidente che bisognava fare un accordo. E per la cronaca, a questo appuntamento Franza non c’era: mi pare evidente leggere in questa assenza una distanza netta. Ha perso altri pezzi tra i suoi sostenitori”.

Cosa ha impedito realmente questa sintesi? Si tratta solo di inesperienza politica secondo lei?

“Certo, la poca esperienza politica ha segnato la vicenda amministrativa, ma credo che Franza abbia subito pressioni forti, soprattutto da una certa area del Movimento Cinque stelle, al punto da mettere veti personali su di me e sul partito che rappresento. Questo dopo che aveva avuto anche i voti della Lega! Ma se rimani inchiodato a sei voti in consiglio non vai da nessuna parte… Ci siamo astenuti sugli equilibri di bilancio, abbiamo votato debiti fuori bilancio, abbiamo sempre garantito il numero legale (se non lo avessimo fatto nemmeno in seconda convocazione potevano fare consiglio). Noi siamo sempre stati responsabili. In sei mesi Franza non ha mai parlato con me. Eppure è buona prassi ed è normale che nell’avvicendamento i due sindaci si incontrino per un confronto, una consegna. Lui ha tirato dritto con accordicchi sfrantumati e questo è il risultato. Nei 20 giorni dopo le dimissioni se ne è andato persino da Ariano. È andato a Roma come se non fosse un problema suo. A Benevento Mastella si è dimesso ma non mi pare abbia lasciato la città allo sbando. Si lamenta di un voto nostro contrario sul bilancio consolidato. È la dimostrazione che cerca alibi. Ribadisco: non ci sentiamo responsabili delle sue dimissioni”

Cosa resta di questi sei mesi di amministrazione?

“Nulla. L’unica cosa buona è che questi sei mesi sono serviti a dimostrare che non c’erano scheletri nell’armadio, o chissà quale scandalo sbandierato durante la campagna elettorale. Non una sola indagine, non una sola ombra è emersa sulla mia precedente amministrazione. Sul cimitero hanno fatto una storia, poi hanno dato due proroghe al concessionario per concludere a maggio dei lavori senza contestare le modalità di appalto. Hanno fatto la campagna sulla discarica di Difesa Grande. Il risultato è che in conferenza dei servizi ad Avellino hanno confermato quelle che erano le nostre indicazioni, rifacendoci noi a una legge del 2007. Hanno vinto con le fake news.  E in conclusione in consiglio non hanno iscritto un argomento in sei mesi. Li abbiamo stimolati su urbanistica, ferrovia, chiusura dei tribunali, li abbiamo stimolati più noi del centrodestra ad intervenire che non la stessa maggioranza. Non hanno portato un solo argomento. Zero in consiglio e zero in giunta: un solo progetto, non approvato”

Dunque non sarà candidato ad Ariano, a questo punto dobbiamo immaginare un suo impegno diretto per le elezioni regionali?

“Non dipende da me ovviamente ma dal partito. Sarò sicuramente impegnato per questa campagna elettorale decisiva, a prescindere dalla candidatura o meno”.

Forza Italia sconta un netto calo di preferenze in Campania, se la fotografia è quella delle ultime europee il partito di Berlusconi è fermo al 13 per cento, sotto la Lega che era al 19%. Sebbene ci sia stato un patto di coalizione nel centrodestra che ha assegnato a Forza Italia il candidato apicale delle regionali in Campania, Salvini non sembra disposto a rispettarlo. Il 18 febbraio il leader della Lega tornerà a Napoli. Vuole far diventare il carroccio primo partito al sud, tallonato dalla Meloni. E i moderati?

“Ecco il punto è proprio questo. I moderati. Senza i moderati di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia ci portano fuori strada. Noi abbiamo un ruolo determinante e decisivo per non consegnare la Campania di nuovo al centrosinistra. E poi i patti si rispettano…”

Eppure sul nome di Stefano Caldoro si sta consumando la frattura.

“Io facevo il tifo per Mara Carfagna, è risaputo. Ma la Carfagna non si è resa disponibile.  Caldoro va benissimo. Ha dimostrato di essere un ottimo amministratore e sulle aree interne si è impegnato tanto. Voglio ricordare solo due cose. La Lioni Grottaminarda è una realtà grazie ai 290 milioni stanziati da Caldoro nel 2011 e per il tratto irpino dell'Alta Capacità Apice-Orsara ricordo ancora che i fondi, 60 milioni, sono stati sempre stanziati da Caldoro con il Cipe e l’allora governo Berlusconi. Ora bisogna andare avanti con la candidatura di Caldoro. Si è perso già troppo tempo. Mi auguro che si chiuda questa querelle, hanno voluto rinviare la discussione a dopo le elezioni suppletive per il Senato a Napoli e va bene. Ma subito dopo il voto del 23 febbraio si deve chiudere”.

Il rapporto tra Forza Italia e la Lega anche in Irpinia è sempre stato segnato da una certa indifferenza reciproca. A che punto è il dialogo con il partito oggi commissariato e guidato da Pepe?  

“Finora non c’è stato nessun rapporto. Credo che ad Ariano innanzitutto e in Irpinia vada recuperato”.

C’è la partita delle candidature tutta aperta, dentro Forza Italia assistiamo a una guerra a distanza tra l’europarlamentare Fulvio Martusciello e il coordinatore Cosimo Sibilia.

“Nei momenti di difficoltà reale del partito bisognerebbe evitare di chiudersi in una stanza. Per le candidature è necessario un confronto sereno e franco, invece di attaccare con i comunicati e alimentare polemiche a distanza. E poi mi faccia dire: le candidature per le elezioni locali non le determina certo Bruxelles”.