Incatenati e senza cibo. Si alza il livello della protesta degli operai Novolegno al 23esimo giorno di presidio nell'aula consiliare del comune di Montefredane. Non basta la solidarietà ricevuta dai tanti sindaci irpini, le maestranze dello stabilimento di Arcella chiuso dal febbraio 2019 aspettano risposte concrete dalla politica. “Con Fantoni ormai abbiamo perso le speranze da un anno ormai è chiaro che ha deciso di dismettere qui al Sud ma le istituzioni e le nostre classi dirigenti non possono abbandonare 117 lavoratori e lavarsene le mani. Abbiamo deciso di incatenarci e iniziare lo sciopero della fame sperando che queste forme di protesta servano a smuovere la politica. Aspettiamo quanto prima una convocazione al Mise. I sindaci sono pronti a consegnare simbolicamente le fasce al Prefetto e siamo soddisfatti della piega che sta prendendo la protesta perchè stiamo facendo rete in tutta la Provincia. Da qua a due mesi scadranno i 12 mesi di cassa integrazione le lettere di licenziamento sono in arrivo e la situazione sta degenerando – chiosa Carmine Piemonte della Feneal Uil - in attesa di una riconversione chiediamo almeno di prorogare la cassa integrazione per un altro anno”.
Incatenati e senza cibo, si inasprisce la protesta Novolegno
Operai al 23esimo giorno di presidio
Angelo Giuliani