Le numerose richieste per l'accensione dei falò di San Sabino giunte al conune di Atripalda ci dicono che nella cittadina del Sabato è tornata una grande voglia di tradizione, di comunità, di identità. Intorno al focarone del santo patrono infatti si sono sempre ritrovati interi quartieri, un'occasione per stare insieme, la sera della vigilia, nella notte dell'8 febbraio, non solo per celebrare il Santo ma soprattutto per ritrovarsi. Ben 30 richieste sono state avanzate all'amministrazione comunale, il sindaco Giuseppe Spagnuolo ha accordato le autorizzazioni e ha messo in campo una procedura più snella con un'unica dichiarazione . Inoltre saranno distribuiti gratuitmanete i bracieri e le fascine per l'accensione dei fuochi, a cui seguirà ovviamente la pulizia e il rispristino dei luoghi la mattina del 9 febbraio.
Anche il Comune come sempre preparerà il proprio falò al centro di Piazza Umberto I, dove si recheranno i parroci per la benedizione e la successiva accensione prevista per le 19,30.
Nei quartieri atripaldesi è già gara a chi organizza il focarone più bello e sono tante le associazioni, i privati, le attività commerciali che contribuiscono insieme alle confraternite, la pro loco, i gruppi Scout Agesci. Intorno al fuoco di San Sabino si organizzano tavolate, momenti di grande convivialità, con panini con salsicce, pasta, patate e vino rosso e non mancheranno tammuriate e musica popolare.
La tradizione vuole che l'8 febbraio, vigilia della solennità dei santi patroni, Sabino e Romolo, vengano accesi i focaroni in vari punti della cittadina. Nella settimana precedente all'accensione, i cittadini più devoti si attivano nella raccolta di fasci di legna da accatastare intorno ad un palo di notevole altezza conficcato nel terreno, poi l'8 febbraio si rinnova il rito propiziatorio, i falò vengono accesi in Piazza Umberto I, in Piazza Vittorio Veneto (Confraternita Santa Monica), via Salvi (Associazione ’A Potea), via Pianodardine (Misericordia), via San Giacomo (Renato Di Gisi), via Tiratore (Vittorio Repole), Piazza Tempio Maggiore (Antonio Alvino), collina di San Pasquale (Gruppo Scout) e via Tufara (Sabino Aquino).
Il 9 febbraio, al termine della messa pomeridiana, il rito religioso della santa manna:il sacredote traccio sulla fronte dei fedeli un segno di croce con una piuma imbevuta del liquido chiamato "Santa Manna" mescolato con acqua benedetta; altri, invece, chiedono di bagnare di Manna un fazzoletto di stoffa o di carta o un batuffolo di cotone idrofilo per portarlo a casa della persona cara come segno e come pegno della protezione del Santo.