"E’ giusto, da parte mia, fare chiarezza sulla cronaca giudiziaria di questi ultimi giorni e l’occasione è anche propizia per una breve riflessione personale.
Nei giorni scorsi, in qualità di presidente, ho ricevuto dalla Squadra Mobile di Salerno, delegata dalla Procura di Vallo della Lucania, un ulteriore decreto di esibizione ed acquisizione di alcuni altri atti aziendali. Un’indagine giudiziaria di cui nulla si sa ed, allo stato, si può sapere - è inutile nasconderlo - crea sicuramente di per sé un minimo clima di insicurezza e rende più difficoltoso affrontare i problemi che ogni giorno i nostri dipendenti devono gestire e risolvere ma, come ho già ripetuto in passato, da parte mia vi è massimo rispetto per le attività di controllo e di indagine in corso e la piena consapevolezza che, qualora dovessero esserci fatti o atti contestati, la magistratura farà emergere in fretta la verità". Così Domenico Gorga, presidente della partecipata del comune di Agropoli, dopo la visita della polizia presso gli uffici municipali.
"Serve realismo, nessuno dimentichi che sono presidente dell’Azienda dal luglio del 2017 ed ho svolto in questi quasi 3 anni tale incarico senza alcun compenso (come peraltro il mio predecessore, gli altri membri del CdA. e l’attuale direttore generale), con considerevoli incombenze e responsabilità che il ruolo richiede, sacrificando e sottraendo molto tempo alla mia attività professionale. Qualcuno, anzi in tanti, soprattutto in questi giorni, mi ripetono: chi te lo fa fare? La mia risposta è che ero, e sono ancora, convinto che tutti noi dobbiamo farci carico, per quanto possiamo, di lavorare ed essere utili per il bene comune". Il presidente poi si rivolge direttamente ai cittadini: "Ed è proprio ai tanti agropolesi per bene, onesti e laboriosi che, con cognizione di causa ed un pizzico di orgoglio, vorrei dire: qualsiasi cosa potrà emergere dalle indagini in relazione alla gestione di questi anni dell’Agropoli Cilento Servizi, l’azienda ad oggi non ha debiti, non è un “carrozzone” come tante altre società pubbliche, la governance aziendale non si attribuisce alcun compenso e non richiede alcun rimborso spese per il mandato che esplica. Tanto meno ci sono super consulenti inutili e “costosi”, non effettua spese estranee alla gestione aziendale, non usa i mezzi dell’azienda all’esterno ed a fini personali, non elude mai il confronto con i lavoratori, gli stipendi vengono corrisposti sempre con puntualità dalla Direzione Generale e soprattutto non ci sono contenziosi in essere. Sono sempre più convinto che l’Azienda è un patrimonio della Città e della collettività".
Immancabile un riferimento alle polemiche sui lavoratori interinali: "Alcuni servizi, che oggi l’Azienda rende per mezzo di lavoratori somministrati, al Comune ed alla collettività, prima venivano esternalizzati (mediante procedure ad evidenza pubblica) a società/cooperative private. La scelta di internalizzarli è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale ed ha garantito dei benefici ai nostri concittadini ma anche alla stessa azienda: coordinamento unico, maggiori controlli, maggiore fidelizzazione della collettività, lavoro più qualificato, maggiore senso di appartenenza aziendale dei lavoratori e minori conflitti sociali. Con sacrifici e professionalità il direttore generale ha dapprima puntato a recuperare efficienza, efficacia ed economicità della gestione aziendale.
L’internalizzazione è stata anche una mia ed una sua battaglia ed è stata voluta perché si è dimostrato il fallimento del modello basato, soprattutto in altre realtà, su cooperative false e spurie, con lavorazioni e servizi alla cittadinanza di bassa qualità, con costi più elevati e con alti conflitti sociali. Ed anche alla domanda del perché l’Azienda non ha effettuato, fino ad oggi, dei concorsi pubblici di assunzione di personale vorrei rispondere, sempre senza polemica, che i nuovi servizi non vengono affidati dall’Ente a tempo indeterminato e l’azienda ha dovuto prima dimostrare, sul campo, di essere in grado di espletarli con qualità e risultati".
E ancora. "Probabilmente, anzi sicuramente, se negli ultimi anni avessimo perseguito una strada diversa, forse anche più semplice per certi versi, oggi si parlerebbe dell’azienda come di un “carrozzone”, di un ente in crisi, con tanti dipendenti diretti, alcuni in cassa integrazione, altri sospesi, altri da licenziare, una miriade di debiti verso fornitori, con contenziosi in essere, con servizi non espletati e non resi alla collettività ed una situazione economica ed organizzativa ai limiti del collasso. Ed è proprio per questo che sono assolutamente sereno perché convinto, indipendentemente da tutto, di aver sempre cercato, con l’intera governance aziendale, di perseguire l’interesse generale dell’azienda, dei lavoratori e quindi della città", conclude Gorga.