Napoli

Nessuna alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Questa volta a sancirlo non è qualche dichiarazione fumantina di un rappresentato locale ma sono gli attivisti pentastellati campani che, con una maggioranza schiacciante, chiudono ogni porta ai dem. 

La riunione dei militanti grillini si è tenuta oggi all’hotel Ramada di Napoli, un tempo luogo delle riunioni dei democratici. La maggioranza ha bocciato con un bulgaro 90% l’idea di una corsa insieme al Pd per le regionali di primavera con o senza Vincenzo De Luca. 

All’assemblea era presente il anche Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati e volto storico del Movimento napoletano dalle sue origini fino ad oggi. 

La terza carica dello Stato ha detto di essere al Ramada “per ascoltare”. Fico si è sempre dimostrato aperto ad un accordo che porti il Movimento fuori dall’isolamento soprattutto per fermare Salvini con il quale non ha mai accettato l’alleanza stratta dal conterraneo Luigi Di Maio

La platea però ha lasciato intendere subito quale fosse l’orientamento, e infatti gli interventi a favore dell’alleanza con il PD sono stati accolti da veri e propri cori di disapprovazione. 

Sono stati almeno 100 gli interventi degli attivisti e tutti dello stesso tono. Se qualcuno se lo fosse dimenticato qui in campania il Movimento 5 Stelle è nato, è cresciuto e si può rigenarare solo come alternativa al Partito Democratico che è quello dei nemici giurati di De Luca, Bassolino, degli inceneritori e della casta. 

Per questo viene chiesto a più riprese a Fico di smentire che abbia dato indicazione di votare il candidato del centrosinistra Sandro Ruotolo alle suppletive. "Ma di cosa parliamo? Vuol dire che non ci conosciamo più, anche se ho fondato il Meet up di Napoli a luglio del 2005”.

Gli attivisti però si sentono traditi dai dirigenti nazionali e dall’alleanze di governo con il Pd e per questo mettono nel mirino anche la piattaforma Rousseau e il suo funzionamento, e chiedono che le votazioni sulle scelte in Campania siano accessibili solo ai campani.

Si inizia dunque a profilare una frattura in vista di un congresso che prima o poi i 5 Stelle dovranno fare e la cesura sarà tra chi vuole l’alleanza strutturale con il Pd e chi invece sceglierebbe una strada intransigente del meglio soli che con i nemici di sempre, perché, soprattutto in Campania, per i militanti i dem sono sempre stati il nemico. 

Dopo sette ore di assemblea si arriva pero ad un vero e proprio “o noi, o loro” dei militanti. 

A poco sono valsi gli interventi 'possibilisti' di alcuni parlamentari come Gilda Sportiello e Virginia La Mura. Più entusiasmo, invece, per gli interventi di chi è contrario, come i parlamentari Vincenzo Presutto e Cosimo Adelizzi o il consigliere comunale di Napoli, Matteo Brambilla, secondo cui "non possiamo mettere una X su una scheda dove il simbolo del Movimento è vicino a quello del Pd". 

La sintesi la fa, a fine assemblea, Valeria Ciarambino, capogruppo in Consiglio regionale e facilitatrice nazionale del Movimento. "Gli attivisti hanno chiesto che il momento delle regionali sia un momento di rinascita. Porteremo questa decisione, contraria alle alleanze, al capo politico- spiega Ciarambino- che deciderà se fare un passaggio di votazione o se questa risposta così chiara è sufficiente. Poi si parte insieme verso le regionali". L'esito dell'assemblea verrà comunicato già stasera al capo politico reggente Vito Crimi e al facilitatore nazionale campagne elettorali Danilo Toninelli che decideranno se aprire o meno una votazione su Rousseau in merito alle alleanze. "Il passaggio su Rousseau- spiega il facilitatore regionale campano Agostino Santillo- sarà comunque fatto in caso di un'apertura alle liste civiche". 

In molti, durante l'assemblea, hanno chiesto che l'eventuale voto su Rousseau venga aperto solo agli iscritti residenti in Campania. Anche questa posizione sarà trasmessa dalla facilitatrice Ciarambino al capo politico Vito Crimi. 

Quindi anche in Campania il Movimento 5 Stelle si arrocca nel suo isolamento. Una notizia che per Vincenzo De Luca significa ampio margine di manovra visto che da domani l’alleanza giallorossa in campania non sarà più un argomento da usare nel campo del centrosinistra per indebolire la ricandidatura del governatore uscente.