Benevento

“La clientela ai miei tempi era una cosa alta. Qua è bassa bassa. Il municipio di Benevento ha le sue necessità corporali. Se sapesse cosa chiedono! Io non sono il tipo che tiene tutto per sé, ma vogliono sempre di più. Appalti, incarichi, subappalti, micro appalti, fetenzie di ogni genere”.

Lo sfogo è tutto democristiano e lo firma un inquietante Clemente Mastella, affidandolo ai caratteri di un quotidiano nazionale che del sud si occupa solo quando cantano le Procure.

Come minimo, il sindaco di Benevento dovrebbe smentire o smussare quel passaggio dell’intervista o, con il giornale a libretto sotto il braccio, salire le scale del palazzo di Giustizia e andare a bussare alla porta del dottor Policastro, per liberarsi di quanto penalmente rilevante c’è nelle sue dichiarazioni.

La crisi al Comune di Benevento non è una “pazziarella” se si torna alle urne perché il sindaco subisce pressioni. Se non si tratta di veri e propri ricatti.

I cittadini hanno tutto il diritto di chiedere trasparenza massima su chi, come e quando usa gli scranni di palazzo Mosti per fare affari, ottenere “appalti, incarichi, subappalti, micro appalti, fetenzie di ogni genere”.

I nomi, sindaco: tiri fuori i nomi e i fatti. Altrimenti lei potrà pure dimettersi e lasciare a casa i famelici numeri zero che le hanno azzoppato la maggioranza ma l’ordalia non si sarà consumata. I cambiamenti, quelli veri, richiedono un prezzo. E pure alto. Sempre.

Senza “pulizia” sarà stato solo il solito giro di valzer di poltrone. Anzi, visto lo scenario e gli attori, ‘na ballata e tarantella.  

Aggiornamento:

Dal sindaco Clemente Mastella riceviamo una richiesta di chiarimento sull'argomento. Il suo pensiero è sintetizzabile in questo post scritto di suo pugno:

di Clemente Mastella
Voglio ripetere ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che denunciai pericolosi intrecci tra politica e criminalità in campagna elettorale nel 2016. Traccia rimane agli atti investigativi. Non ebbi grandi solidarietà anzi molti si preoccuparono della mia sortita.
Poiché di recente c’ è stata una operazione convergente della Dda e delle altre istituzioni investigative locali, contro un clan camorristico e sono emerse non “eleganti” intercettazioni di un consigliere e ancora più una imbarazzante partecipazione del capo clan ad una lista che era parte molto attiva dello schieramento a me contrapposto , che ha inciso per il 12% dei voti della coalizione, eleggendo un consigliere, mi preme far rilevare, che da ex ministro di giustizia, che ha combattuto la criminalità, nessuno dei due, per ragioni di opportunità, potrebbe far parte di una eventuale recuperata nuova maggioranza a mio favore nel consiglio comunale . Detto questo voglio far rilevare anche, che da tutti gli indicatori, la nostra città, non è esente da fenomeni di criminalità, ma tra gli ultimi posti in Italia, e di questo dobbiamo tutti sentirci orgogliosi.
Dobbiamo però combattere ancora di più con tutto ciò che non è in sintonia con la legalità. Ma da ministro posi un problema. Quali strumenti ha la politica per conoscere frequentazioni di persone o atteggiamenti che sembrano normali e appaiono dubbi o a volte drammaticamente in contrasto con la linearità della legge?
E vista la mia storia giudiziaria, considerato ingiustamente un “delinquente” e poi dopo 10 lunghi anni assolto, come si risarcisce il danno esistenziale subito?
Per opportunità però mi dimisi, pur in coscienza ritenendomi innocentissimo, e l’itinerario giudiziario lo ha dimostrato. Ho provato a consigliare lo stesso percorso, peraltro con tempo molto più breve davanti, pochi mesi o al massimo un anno di legislatura municipale.
A ciascuno il suo per le sue scelte.

Risponde il direttore responsabile di Ottopagine:

Riteniamo che il ricatto, anche se semplicemente politico, come tiene a precisare il sindaco Mastella, resti un fatto grave, penalmente rilevante se è un consigliere comunale a rendersene protagonista chiedendo appalti, microappalti o incarichi.

Ricordiamo a noi stessi che taluni nomi cui fa riferimento il sindaco nel 2014 erano già finiti nei rendiconti della cronaca giudiziaria del collega Enzo Spiezia. De quo, nel 2016, qualcuno avrebbe potuto evitare quel 12 per cento che ora è insopportabile.

(Federico Festa)