E' ancora guerra serrata al pezzotto in Campania. L'operazione dello scorso autunno aveva oscurato la visione pirata di Sky e delle partite di calcio a molti, e tanti si erano viste recapitare multe da migliaia di euro.
Ma dopo le difficoltà il sistema, seppur in tema minore, era ripartito: e nell'ultimo week end altri siti che trasmettevano illegalmente le partite sono stati oscurati. L’inchiesta del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura, ha preso spunto da una denuncia presentata proprio dalla Lega di serie A.
Secondo quanto hanno ricostruito i finanzieri , chi gestiva i siti utilizzava la cosiddetta ‘Iptv’ (Internet protocol Television) attraverso la quale venivano acquisiti e ricodificati i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento e successivamente distribuiti sulla rete sotto forma di un flusso di dati ricevibile dagli utenti che avevano sottoscritto un abbonamento illecito. Le indagini, ancora in corso, puntano all’individuazione di chi gestiva l’organizzazione, comporta da decine di ‘reseller’ ma anche delle centinaia di clienti che guardavano illegalmente le partite.
La sede centrale era a Napoli, nel centro direzionale, la mente, da quanto trapela, un uomo del casertano. ?Rischiano la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 euro i fruitori della piattaforma Xtream Codes, al centro dell’operazione internazionale contro la diffusione pirata di piattaforme televisive a pagamento. Oltre 700.000 gli utenti online oscurati al momento del sequestro, 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di euro annui.
Pezzotto, è ancora guerra: la mente è casertana
Oscurati altri 15 siti che trasmettevano gare di A illegalmente. E se beccati si rischia grosso.
Redazione Ottopagine