Castelbaronia

Si è rivolto ai cittadini, imprenditori, professionisti, sindaci ed amministratori provenienti da Ariano e dai piccoli comuni limitrofi. Carmine Famiglietti, ex presidente della Comunità Montana Ufita è sceso ufficialmente in campo per le prossime elezioni regionali. E' lui il primo nome all'interno del centro destra nelle aree interne.

"Voglio salutare e ringraziare quei sindaci, anche quelli non presenti, per avermi accordato la loro fiducia per 5 anni alla guida della Comunità Montana Ufita. Tutti conoscete le condizioni in cui versava l’ente. Da 6 - 8 milioni di debiti nel 2014, a un avanzo di amministrazione circa un milione di Euro al 30 giugno 2019. Bilanci senza approvare per 4 anni e ne rendicontazioni. In solo giorno 5 novembre  2015 approvammo 7 bilanci 4 preventivi e tre consuntivi.

Con orgoglio possiamo dire, siamo riusciti a risanare i conti dell’ente, ma rimangono sempre i problemi annosi dei ritardi nei finanziamenti che comportano costantemente aggravi di costi per l’ente.

Le comunità montane sono una risorsa per i piccoli comuni, per queste ragioni dobbiamo pensare,  al loro risanamento. Come tutti sapete i piccoli comuni stanno vivendo un momento difficile e sono a rischio spopolamento, se non si riesce ad organizzare una politica del territorio delle aree interne, saranno completamente spopolati. Noi dobbiamo comunque essere intimamente convinti che sarà proprio la micro-dimensione dei Comuni a liberare l’Italia dalla trappola criminale di un globalismo sottomesso allo strapotere della finanza speculativa.

Cari amici dell’Irpinia, tutti sapete che su 8 mila Comuni d’Italia circa 6 mila hanno meno di 5 mila abitanti. La maggioranza dei nostri Comuni incarnano l’anima autentica dell’Italia, restando ancora attaccati alle nostre radici, tradizioni, identità, valori e cultura. Perché è nei piccoli Comuni che sopravvive la civiltà che mette al centro la persona, la famiglia naturale, la comunità locale, l’economia reale, un sistema di valori e regole. La realtà dei piccoli Comuni ci conforta e incoraggia.

Vedete: io mi sono fatto un'idea, visitando i vari paesi del nostro territorio che c'è una civiltà, la nostra civiltà "appenninica", io la definirei così, dove, meglio che in qualunque altro posto, ancora sopravvive l'essenza della vera civiltà italica; dove è  avvertibile, perché non del tutto scomparso, l'insieme di tradizioni, costumi, modi di essere e di pensare che legavano fra di loro e al tempo stesso caratterizzavano le antiche popolazioni pre-romane. Luoghi, insomma, dove, chi ha mente, sensibilità e passione per farlo, può ancora oggi leggere la storia di uomini e paesi che rappresentano il nocciolo più genuino e antico della nostra Nazione.

Per queste ragioni la gente quella che è rimasta, deve avere dentro di sé una forza d'animo e una robustezza di mente e di pensiero abbastanza fuori dal comune, se, in un'epoca di così potenti attrazioni   mediatico consumistiche,  è riuscita a non smarrire il senso dell'attaccamento alla  propria  terra,  respingendo  le   sirene  di  un inurbamento che, in breve tempo, ha snaturato e profondamente mutato il volto ultra-millenario di gran parte delle Regioni italiane."

Poi Famiglietti spiega il motivo della sua scelta. "Quando mi hanno chiesto di candidarmi ci ho pensato un po’ e poi mi sono detto, è qualcosa di giusto e non bisogna tirarsi indietro! E allora sono qui semplicemente per comunicare la mia assunzione di responsabilità. Non devo convincere nessuno perché rispetto la vostra intelligenza e la vostra libertà. Sono certo che ognuno di voi sa decidere nel proprio intimo segreto a chi delegare il proprio destino sociale nel proprio luogo. E si, perché alla fine un luogo  è come una grande nave che naviga nel tempo, con a bordo tutti noi. Dobbiamo stare attenti a come va la nave, perché sopra ci siamo noi! Noi dobbiamo considerarci delle sentinelle del nostro luogo in questo che è il momento di grandi cambiamenti e perciò è il momento delle scelte.

Questo dobbiamo capire bene: la politica non è la semplice gestione dell’esistente, che è misera. E’ l’anticipazione del cambiamento: le scelte o si gestiscono o si subiscono. Abbiamo dalla nostra, la profonda conoscenza del nostro territorio vivente, che abbiamo maturato nel corso di lunghi anni di impegno e di presenza, ma questo lo sapete bene tutti. Non si può ne governare ne gestire ciò che non si conosce. Bisogna sempre partire dalla conoscenza.  Essere attenti, saper ascoltare e sapersi mettere a disposizione di chi ha intraprendenza e creatività, aiutare le persone a realizzare i loro progetti e i loro sogni, perché  la vera ricchezza di un luogo sono le persone. Io conosco tante persone laboriose, positive e sane che potrebbero fare tanto di più. Ma vedo anche scoraggiamento e troppa rassegnazione. Noi viviamo in un luogo ricco e bello."

E qui Famiglietti cita De Sanctis: "Quando andate nel mondo, presentatevi come proprietari, anche se non avete niente, siete proprietari dello sguardo, della luce, del vento, dei colori e della bellezza che vi circonda. La nostra ricchezza dunque è la possibilità, quello che si può fare e quello che può essere, abbiamo un vantaggio di posizione enorme e siamo centro e non periferia, perciò c piace il termine "terra di mezzo". Ma perché  questa possibilità si realizzi abbiamo bisogno di un nuovo inizio. Dobbiamo ripartire e abbiamo bisogno di un punto di partenza. Questo punto di partenza è la comunità. Dobbiamo ripartire dalla nostra comunità, ricordando a noi stessi, che al di la delle differenze e dei conflitti, non è vero che non abbiamo niente in comune. Abbiamo in comune le radici, che sono quelle che decidono se una pianta è buona o cattiva. Io penso che tutti abbiamo buone radici. Ma per credere in un posto bisogna che si realizzino le condizioni per poterci rimanere ed esse sono:

Il legame col luogo, cioè l’amore che c’è per questi posti, che si vede benissimo nel puntuale ritorno estivo dei figli di questa terra e anche dei figli dei loro figli. I Nostri paesi d’estate si riempiono.

Servizi alla persona: la nostra struttura demografica ha delle criticità. Siamo una delle zone più vecchie d’Italia nella regione più giovane, che quindi non ha nella agenda le priorità di una popolazione anziana in un territorio con servizi sanitari e sociali deboli e poco efficienti.

Il reddido: E allora cosa dobbiamo fare. E allora cosa possiamo fare per creare reddito? Innanzitutto le infrastrutture in via di attuazione e realizzazione, che hanno subito notevoli ritardi, e mi riferisco in particolar modo alla Lioni Grottaminarda ed al finanziamento della Bretella di collegamento con la Valle dell’Ufita.

Stazione Hirpina per l’alta capacità - velocità. Attenzione a questo termine capacità-velocità. In questi giorno ho sentito qualche divagazione, che la nostra stazione che dovrà essere realizzata, è la più grande dopo Napoli e Roma, occupa circa 3000 mq. E prevede un traffico di 500.000 persone all’anno. Noi per la realizzazione di questo progetto, organizzammo un convegno a Flumeri con il sindaco Lanza e l’allora presidente dell’Anci Campania Francesco Iannuzzi per la produzione di un deliberato da parte dei comuni attraversati dalla ferrovia. In pochi giorni riuscimmo a produrre delibere e non solo dei comuni attraversati, ma anche quelle di tutti i comuni limitrofi. Oggi dobbiamo prepararci a questo nuovo indotto, altrimenti, vengono gli altri, si prendono i frutti e se ne vanno. Dobbiamo difendere la ricchezza. E le possibilità ci sono:

Agricoltura. Non bisogna dimenticare in primis la vocazione naturale delle nostre terre. Oggi non stiamo utilizzando le potenzialità che il nostro territorio offre. I nostri agricoltori sono in difficoltà, sfiduciati, demotivati e quasi arresi.

Quindi, cambiano gli obiettivi per garantirci un futuro. Ciò significa che i manager non devono avere più un solo e unico obiettivo, cioè quello di aumentare il valore dell’impresa facendo felici gli azionisti, ma per la prima volta debbono anche includere nelle loro strategie obiettivi sociali a favore di lavoratori, consumatori ed ambiente. Se ci pensiamo bene, la stessa cosa vale per chi fa agricoltura: l’ultima Pac (e la prossima lo farà ancora con maggiori mezzi e convinzione) ha indicato senza mezzi termini che l’obiettivo da perseguire è l’intensificazione sostenibile, cioè produrre sì, ma riducendo al minimo gli impatti sui terreni e sull’atmosfera, garantendo ai consumatori cibi sani e preservando l’ambiente.

L’intensificazione sostenibile è la stella cometa. Per questo la Pac premia e premierà anche domani (2021-2027) coloro che adottano sistemi colturali che aumentano la fertilità dei terreni e quindi la loro potenzialità produttiva, diminuiscono l’uso della chimica e ottimizzano l’uso dei mezzi tecnici, grazie ai sistemi intelligenti sito-specifici dell’agricoltura di precisione.

La strada del prossimo futuro è segnata e non si torna indietro. Suolo, acqua e atmosfera sono le fonti dalle quali traiamo ciò che ci serve per vivere e per questo dobbiamo evitare di considerarle, come abbiamo fatto sino a oggi, risorse naturali inesauribili. La terra da coltivare e l’acqua sono contingentati e l’atmosfera pulita si sta esaurendo.

Anche l’agricoltore deve cambiare strategia. Ogni agricoltore, oltre a tenere la barra ferma sul suo sacrosanto diritto a coltivare e produrre, non deve mai dimenticare che oggi ha a disposizione tutte le tecnologie e i sistemi per fare sempre meglio e con minori impatti. E non deve trascurare il dovere di informarsi e di investire sull’ammodernamento sostenibile della sua impresa, partendo da un’analisi critica e costruttiva di ciò che fa e che può essere sempre migliorato. Infine, non è affatto da escludere che i contributi concessi all’agricoltura nel prossimo futuro saranno ancora più strettamente connessi con i vantaggi sociali e ambientali che l’agricoltura produce.

Due slogan per voltare pagina: dovremo vedere su un cartello per ogni azienda agricola. Innovazione è l’abilità di vedere il cambiamento come un’opportunità e non come una minaccia. Dietro ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.

E allora – conclude Famiglietti – innovazione, deve essere questa la parola d’ordine. In questo periodo di parla tanta di distretti rurali. Essi sono necessari, la loro costituzione alla quale stiamo operando con i Gal consentirà all’amministrazione regionale una programmazione più efficace di azioni che migliorino la competitività di uno specifico comparto dell'agroalimentare o di un territorio nel suo complesso. In modo da implementare politiche ancora più incisive in vista della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali per lo sviluppo rurale.

In particolare quello del comparto agroalimentare e dell’innovazione. Sarebbe ideale per la programmazione 2021-2027 proporre un bando per la coltivazione della spirulina.

Come quasi tutti sapete, in valle ufita nel comune di  Castel Baronia vi è un’azienda che produce spirulina. Definita come il cibo del futuro dalla quale si possono ricavare integratori alimentari ed altro. Ora anche la produzione avviene su una superficie circa di 3000 mq. Rappresenta una delle più significative  produzioni a livello nazionale e Viene direttamente prodotta dall’azienda Ati Biotech che provvede anche alla ricerca per la estrazione di integratori alimentari per umano animali farmaceutica nutraceutica e cosmetica

Ora l’idea sarebbe quella di incentivare le aziende agricole del territorio, finanziando l’installazione di impianti, in modo che la spirulina sia prodotta dai coltivatori diretti e fornita alle aziende di trasformazione.

Insomma una sorta di sostituzione del vecchio tabacco, creando reddito e nuove opportunità di impiego. Turismo esistenziale, rivolto a coloro, e ormai sono tanti, che vogliono vivere momenti di respiro libero, di orizzonti aperti e paesaggi luminosi e colorati. Forse noi non ci siamo ancor a resi bene conto che qui abbiamo ciò che molti al mondo cercano e non possono trovare.

Per la verità i sindaci del territorio hanno fatto già tanto per la costituzione di “Borghi in rete “ sposato anche dalla comunità Montana Ufita. Il cui capofila è il comune di Zungoli. Se gli Irpini prendono in mano il loro destino, allora questo progetto potrà divenire concretezza. Guardare al territorio significa valorizzare l’agricoltura e il turismo di ambito naturale, significa proporre uno sviluppo sostenibile ed ecologico, significa sostenere i piccoli produttori, che sono le vere “sentinelle”, da sempre, della nostra terra. I nostri interlocutori privilegiati sono i giovani, che vorrebbero costruire qui il loro futuro. Vorremmo che i nostri giovani possano guardare la nostra terra con occhi nuovi, come chi vedono la loro terra e le loro case per la prima volta. Ma i nostri interlocutori.

Agire, mettere a punto un nuovo progetto da cui ripartire, nel rispetto delle peculiarità offerte dal nostro territorio, senza mai arrendersi e cadere nell’oblio che è la vera morte degli uomini, volgere l’animo indietro trarre esperienza dalle sventure del passato e allora non una ma tutte le nostre iniziative potranno dirsi utili. E  concludo con uno slogan “forza Sentinelle, ce la dobbiamo fare” e domani sarà un altro giorno."