Il carcere di Poggioreale e quello di Secondigliano sono stati visitati nella giornata del 9 gennaio scorso da un gruppo di militanti dell’associazione Radicali per il Mezzogiorno Europeo, insieme all’onorevole Riccardo Magi di Radicali Italiani, +Europa (presente solo a Poggioreale) e al garante dei detenuti della città di Napoli, Pietro Ioia.
Poggioreale conta al momento 2080 detenuti presenti in 1682 posti di capienza regolamentare. Di questi, 327 sono stranieri, 772 definitivi e 140 di alta sicurezza. 377 sono i detenuti che hanno lavorato in carcere nel 2019, nessun articolo 21, mentre 120 circa sono quelli che sono impegnati negli studi. A breve, con l’apertura della pizzeria all’interno del carcere, quattro detenuti lavoreranno per la consegna delle pizze nell’istituto mentre altri 13 (più due uditori) seguiranno un corso di formazione per pizzaioli. Un detenuto del padiglione Torino sarà invece impiegato in un progetto che prevede la rigenerazione di toner. 748 sono invece gli agenti al momento presenti nella struttura. Vi sono inoltre due medici di primo soccorso, due infermieri e tutta una serie di specialisti, sebbene le prestazioni sanitarie avvengano in tempi lunghissimi in base alle tempistiche dell’ospedale Cardarelli su cui si appoggia il carcere. 18 sono gli educatori sui 20 previsti. In quasi tutti i padiglioni vige il regime delle celle aperte con i seguenti orari: 8:30/12; 13/15:30; 16:30/18:30.
Il passeggio in cortile è aperto dalle 9 alle 11 e dalle 13 alle 15. Tra le novità, è in via di completamento lo spazio giallo, un luogo di accoglienza situato in un cortile e riservato ai bambini che vengono a visitare i padri detenuti. È stato messo a punto il sistema dei colloqui con un totalizzatore che garantisce un accesso scandagliato. Si sono così ridotte le file con la sola eccezione del martedì, in cui vengono in visita i parenti di chi è nuovo giunto a Poggioreale e ristretto nel padiglione Firenze. Lavori di ristrutturazione stanno riguardando il padiglione Salerno, del quale sono stati completati il secondo e terzo piano, mentre il piano terra e il primo piano dovrebbero essere pronti entro il mese di marzo. Lavori anche al padiglione Roma grazie ai fondi provenienti dalla cassa ammende e anche in questo caso sono stati completati il secondo e il terzo piano. Non è invece ancora aperto il padiglione Venezia, sebbene i lavori siano terminati lo scorso novembre. Questo padiglione ospiterà i sex offenders che saranno dunque spostati dal padiglione Roma, dove si trovano al momento. Ristrutturate anche le docce del padiglione Livorno, uno dei più fatiscenti, mentre ancora non c’è traccia di lavori per il padiglione più disastrato dell’intero carcere, il padiglione Milano, il quale è sotto l’egida delle opere pubbliche. Dodici milioni sono già stati stanziati per la sua ristrutturazione, soldi che però al momento sono bloccati. La stessa direttrice, Maria Luisa Palma (che ha seguito la delegazione in visita e che a breve lascerà Poggioreale dopo circa due anni di direzione) ha definito la situazione del padiglione Milano come tremenda. In corso di completamento anche la ristrutturazione e la ripitturazione del centro clinico San Paolo con la sostituzione delle rubinetterie e la ristrutturazione di quattro ambulatori. Il primo padiglione visitato dai Radicali è stato il padiglione Firenze. Qui sono ospitati i nuovi arrivi a Poggioreale, ci sono 337 detenuti in 410 posti. Qui ogni stanza ha un numero massimo di detenuti ospitabili, le condizioni generali appaiono buone e tutte le camere hanno bagno e doccia. Fra le attività svolte dai detenuti figurano yoga, corso di cucina, teatro e la scuola. Spazio quindi al padiglione Genova, uno dei migliori o forse il migliore, al momento, dell’intero carcere. Qui sono detenute 87 persone in 94 posti, si tratta sia di detenuti in via definitiva che di ricorrenti. Ogni cella dispone di un’area giorno e di un’area notte, bagno e doccia in camera. In corridoio i detenuti possono usufruire di un frigorifero, di attrezzi ginnici e di una libreria. Anche nel padiglione Genova si svolgono corsi di yoga, di teatro (18 detenuti faranno uno spettacolo davanti ai parenti il prossimo 17 gennaio) e perfino di filosofia (come anche nel padiglione Avellino) dal titolo Amare la filosofia a cura del professor Pino Ferraro. La delegazione radicale si è poi spostata nel padiglione Livorno, padiglione che dovrà essere ristrutturato coi fondi dell’amministrazione e che ad oggi presenta non poche criticità. Alcuni detenuti hanno lamentato il cattivo funzionamento dei riscaldamenti e la mancanza di acqua calda in alcune celle. Le docce sono in comune. Il padiglione Livorno ospita 297 detenuti definitivi in 300 posti ma non mancano camere con letti a castello a tre piani, umidità alle pareti e ambienti del tutto fatiscenti. Inoltre i detenuti cucinano a poca distanza dai servizi igienici in un padiglione completamente da rifare. Vi sono tuttavia alcune attività fra cui la scuola, il teatro e un gruppo di lettura. I detenuti lamentano inoltre una scarsa presenza delle educatrici sebbene la direttrice abbia spiegato che le tre educatrici preposte chiamino 15 detenuti al giorno. Dopo il Livorno i Radicali hanno visitato il padiglione Milano dove la situazione è davvero allarmante. In particolare al primo piano dove, a differenza del secondo e del terzo, vi sono docce in comune che appaiono totalmente ammuffite e mal funzionanti, dove l’acqua calda è disponibile fino alle dieci del mattino col risultato che non tutti i detenuti riescono adeguatamente a lavarsi. I riscaldamenti non sempre funzionano, in molte celle i bagni presentano scarichi rotti e abbondano gli insetti e finanche i topi, come raccontato da alcuni ristretti. C’è muffa dappertutto in particolare sulle pareti e nelle docce, inoltre i detenuti lamentano il fatto che le visite mediche di cui hanno bisogno non vengono effettuate. Il padiglione Milano ospita 298 detenuti fra definitivi, giudicabili e ricorrenti in celle con dentro fino a nove persone con letti a tre piani sebbene dal carcere facciano sapere che la sentenza Torreggiani sia sempre e ovunque rispettata.
Ultimo padiglione visitato, il padiglione Roma. Qui vi sono 288 detenuti in 358 posti e si tratta di transessuali, tossicodipendenti, sex offenders e persone affette da Hiv. Tra le attività figura il giardino di dentro, uno spazio verde curato dai detenuti nel quale si svolgono il passeggio e i colloqui coi bambini. Vengono inoltre coltivati ortaggi.
Terminata la visita a Poggioreale, la delegazione radicale si è quindi trasferita al carcere di Secondigliano.
Qui la situazione è apparsa ben diversa e, al netto dei soliti problemi legati alla sanità comuni un po’ a tutte le strutture, a Secondigliano si stanno conseguendo risultati importanti. La direttrice, Giulia Russo, ha accompagnato i Radicali nel corso dell’ispezione. Al momento a Secondigliano ci sono 1422 detenuti in 1080 posti ma qui il sovraffollamento è mitigato dalla presenza di 180 semi liberi. Le stanze sono quasi tutte da due persone con l’eccezione di alcuni cameroncini da tre, segnatamente nell’ex Opg denominato reparto Mediterraneo e nel centro clinico. Il carcere è composto da quattro strutture con i reparti Adriatico (che ospita i sex offenders) Ionio, Ligure e Tirreno dove vi sono i detenuti di alta sicurezza. Vi è inoltre l’articolazione salute mentale e il reparto Mediterraneo, particolarmente autonomo e recentemente ristrutturato che rappresenta una sorta di carcere nel carcere. I detenuti stranieri sono circa 50. Il centro clinico ospita 80 detenuti mentre 24 sono i detenuti A.S.1 ex 41 bis, molti dei quali ergastolani. I detenuti lavoranti oscillano fra 270 e 280, 14 sono in articolo 21 più altri quattro in valutazione. Al momento gli articolo 21 lavorano all’interno della struttura ma a breve saranno impiegati in mansioni di pubblica utilità presso il Comune di Napoli in attività di giardinaggio e manutenzione stradale. Riceveranno un rimborso spese, buoni pasto e l’assicurazione Inail. Attivate piattaforme esterne per i rifiuti con la Gesco. Si fa la differenziata cella a cella e si usa il compattatore con cui si producono piccole ecoballe di plastica e carta. Presto partiranno anche la produzione di compost e il recupero di ferro e legno. Gli educatori sono dodici sui 15 previsti e sono diverse le attività svolte dai detenuti. Presto partirà un corso di formazione regionale di giardinaggio da 600 ore e un corso di meccatronica, anch’esso di 600 ore. Nell’officina del carcere si riparano i mezzi della polizia penitenziaria ed è inoltre attivo un corso di teatro. Vi sono inoltre delle serre curate dai detenuti con prodotti della terra venduti all’esterno grazie alla collaborazione con cooperative. Si lavora molto sui sex offenders grazie al progetto Lupus in fabula, curato da Adolfo Ferrara, finalizzato alla consapevolezza del sé e del reato commesso. Il tutto in collaborazione con l’associazione Sognatori del deserto. Inoltre, in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, ogni reparto ha prodotto un dipinto.
Il carcere di Secondigliano offre una vasta offerta educativa: presenti la scuola media e due cicli di scuola superiore (alberghiero e commerciale) oltre a un polo universitario realizzato in collaborazione con la Federico II dove sono attive otto facoltà: giurisprudenza, lingue, sociologia, scienze politiche, architettura, farmacia, scienze erboristiche, nutriceutica e scienze dell’alimentazione. L’università è gratuita per i detenuti e nel polo si trovano sale dedicate allo studio, una sala computer mentre sia le lezioni che gli esami si sostengono in loco. Vi è una sorta di patto trattamentale fra l’istituto e gli studenti, i quali si impegnano a seguire regole di comportamento analoghe a quelle di una residenza universitaria e i risultati sono stati fin qui incoraggianti. Due sono i punti dolenti della struttura: la sanità e la scarsa presenza di agenti. Sebbene a Secondigliano vi siano numerosi specialisti e poliambulatori funzionanti, ci sono tempi di attesa di svariati mesi per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e anche un eccessivo turn over dei medici non favorisce un corretto rapporto coi pazienti. Le richieste e le lamentele dei detenuti sono tante, anche il trasporto all’esterno è problematico in quanto spesso mancano le scorte.
Tuttavia, a Secondigliano ci sono tra gli altri cardiologo, fisiokininesi terapia, gastro enterologo, diabetologo, ecografista (con macchinari all’avanguardia) oculista e odontoiatra. È inoltre presente una psicologa del sert (la direttrice ha detto che i medici del sert sono particolarmente bravi) e altre cinque (non dell’Asl) interne alla struttura convenzionate con l’amministrazione. Purtroppo però queste hanno poco tempo per l’osservazione dei detenuti essendo già oberate di impegni per i consigli di disciplina. Altro problema è quello degli agenti: sebbene ne risultino in servizio 1100 su 1080 di pianta organica, molti di questi sono impiegati in altre mansioni come le scorte autorità, l’ex base navale e i varchi di giustizia a Napoli e ad Aversa.
Al netto di ciò, appena 575 sono gli agenti effettivamente impegnati nel carcere, laddove si svolge anche formazione per tutte le figure di polizia penitenziaria. La delegazione radicale ha visitato il reparto Ionio, un reparto di alta sicurezza con 300 detenuti. Qui sorge il polo universitario dove le stanze sono da due con bagno in camera ma con docce in comune. Il riscaldamento e l’acqua calda funzionano bene. Un’educatrice del polo universitario ha sottolineato che la magistratura di sorveglianza non considera il lavoro e lo studio dei detenuti, non valorizzando così neanche il lavoro degli educatori. Vengono infatti negati permessi e giorni premio anche in presenza di relazioni positive degli educatori.
Dopo il polo universitario i Radicali hanno visitato la detenzione alta sicurezza dello Ionio. Anche qui celle da due ma con doccia in camera (in alcune zone del carcere vi sono docce in camera, in altre sono in comune). I detenuti presenti sono sia definitivi che giudicabili. La delegazione in visita si è poi spostata al centro clinico dove sorgono la chiesa e i poliambulatori. Al primo piano vi sono i pazienti affetti da Hiv, al secondo e terzo piano i detenuti ammalati di alta e media sicurezza che non hanno fatto mancare critiche e lamentele sui tempi lunghi con cui vengono erogate le prestazioni sanitarie con tanto di visite mediche talvolta mai sostenute. L’ultimo reparto visitato è stato l’ex Opg, denominato Mediterraneo, di recente ristrutturazione. Qui vi sono 180 detenuti comuni con posizioni miste.
Le celle sono da due ma vi sono anche cameroncini da tre e le docce sono talvolta in camera e in altre zone del reparto in comune. Il Mediterraneo ospita un campo da calcetto, un’area verde, un polo universitario autonomo, un’area colloqui, una cappella, una palestra e un teatro. 13 detenuti, inoltre, frequentano un corso curato dalla Cisco Academy per la difesa dagli attacchi informatici. C’è inoltre una sala musica che ha ospitato un corso di Franco Mussida, una lavanderia e una cucina anch’esse autonome. La sartoria produce cuscini venduti all’esterno mentre le divise della polizia penitenziaria non vendute o comunque non in uso vengono trasformate in borsette. Vi è inoltre un progetto di artigianato in carcere con la produzione di collane.
Ogni reparto ha il suo giorno per lo svolgimento dei colloqui al netto dei cosiddetti “fuori reparto”, ovvero colloqui che avvengono in giornate diverse previa autorizzazione. In primavera e in estate i colloqui coi bambini avvengono in un’area verde dove i piccoli hanno anche la possibilità di divertirsi con alcuni giochi e attrezzature a loro riservati. Nel carcere di Secondigliano vige il regime delle celle aperte in tutti i reparti dalle ore 8 alle ore 15 con l’eccezione del reparto Mediterraneo dove le celle sono aperte fino alle ore 20.