Dopo il congelamento decretato a marzo per la campagna elettorale delle regionali, il Consorzio dei Servizi Sociali convoca l’assemblea dei sindaci- soci. All’ordine del giorno di oggi, l’approvazione del bilancio consuntivo e l’apertura della discussione in vista del rinnovo del Consiglio d’Amministrazione. L’ente di Lioni dovrà rinnovare le cariche e impazza la toto presidenza.
L’esito delle comunali intanto, ha definito gli equilibri del tavolo: Michele Di Maio è stato eletto sindaco di Calitri, che a gennaio è stato congelato a causa del commissariamento; Giuseppe Guglielmo ha conquistato la fascia tricolore di Andretta, soggetta sempre a commissariamento, e infine, Generoso Cresta a confermato il secondo mandato.
Sul fronte politico, lo Scudocrociato ha conquistato Andretta, mentre Castelfranci resta nell’area di centro destra. Resta l’incognita Calitri: Di Maio non si è ancora pronunciato sulla politica sovracomunale e potrebbe rivelarsi determinante al tavolo.
Non solo. La partita al tavolo del Consorzio non si gioca soltanto sul fronte delle alleanze politiche e partitiche, in quanto il patto sottoscritto dall’Udc e dal Pd in vista delle regionali blinda di fatto la connotazione politica dell’ente, che mette in minoranza il centro destra.
Stando a quanto affermato dal presidente in carica Vito Farese, l’assemblea dei soci non potrebbe votare a causa di un’incongruenza sullo statuto del Consorzio, che renderebbe nullo il rinnovo delle cariche elettive. Al momento sono in vigore ben due statuti che regolamentano la gestione dell’ente e molti comuni non hanno approvato il secondo statuto (o le modifiche al primo) proposte nel 2012, quando è stata messa in discussione la soggettività giuridica del Consorzio stesso.
Nel nuovo documento (statuto) è stato inserito il regolamento che prevede la rinuncia alla quota dei componenti di diritto: il nuovo consiglio dovrà essere composto soltanto dai membri elettivi. Un regolamento evidentemente non condiviso all’unanimità dal tavolo, e che oggi impegna gli amministratori nella ricerca di una soluzione condivisa e condivisibile.
Il CdA in carica intanto dovrà studiare una nuova forma di statuto che dovrà poi essere approvato prima dall’assemblea dei sindaci, e poi dovrà essere recepito dai singoli consigli comunali. Solo con l’approvazione unanime di tutti i 25 comuni, si potrà procedere al rinnovo delle cariche elettive.
Elisa Forte