“Piaccia o no, Benevento e provincia è ancora mastelliana”. Potrebbe bastare questa frase a sintetizzare la conferenza stampa di Sandra Lonardo, che ha chiamato a raccolta gli organi di informazione all’hotel President. Anche se inevitabilmente la sala accoglie tanti sostenitori - fra cui anche diversi amministratori - venuti a salutare la candidata che ha portato a casa oltre 10mila preferenze.
«Abbiamo vinto il campionato, ma non lo scudetto, per colpa di una legge iniqua che non a caso non votai - ha spiegato Lonardo -. Oltretutto, le aree interne dovrebbero aver diritto a due diritti di tribuna. E’ il caso di Avellino, che ha solo eletti in maggioranza».
La candidata di Forza Italia non ha lesinato stoccate «all’impreparazione di tanti, troppi, presidenti di seggio durante le operazioni di scrutinio che ci hanno fatto perdere almeno mille voti». Cita il caso di Telese, dove si è recata personalmente ingaggiando uno scontro verbale con uno dei presidenti. Non sono mancate critiche al «napolicentrismo pigliatutto», per poi allargare lo sguardo a Forza Italia: «Nel Sannio è il secondo partito, portando a casa una percentuale fra le più alte d’Italia. Piaccia o no, è ancora una provincia mastelliana…».
Allo stesso tempo, Lonardo ha sottolineato come il risultato sia arrivato «avendo le mani libere da incarichi e ruoli. La gente ci ha voluto bene e ci ha premiato per le tante cose buone fatte per il territorio».
Non manca la soddisfazione personale: «Se i numeri valgono ancora qualcosa, credo che Forza Italia sappia da dove cominciare a ricostruire. Del resto, da sola valgo più di un partito come Ncd….», la stoccata.
Punture di spillo che non risparmiano neanche il governatore sconfitto, Stefano Caldoro: «Non ha proprio fatto campagna elettorale, basti pensare che non è neanche venuto a Benevento… ne vogliamo parlare? Forse era già convinto di avere la vittoria in tasca. Mi dispiace perché la Regione ha perso un presidente perbene».
Immancabile, in chiusura, un riferimento alla lista dei cosiddetti “impresentabili”: «Non sarei mai dovuta finire in quell’elenco, non avendo condanne. E la presidente Bindi aveva il dovere di ascoltare i candidati, cosa che non ha fatto. Da cattolica praticante, il suo è stato un peccato grave anche perché ha diffuso la lista l’ultimo giorno di campagna elettorale. Ne renderà conto - ha ribadito Lonardo - davanti a Dio e anche davanti agli uomini. Non a caso, ho chiesto un risarcimento perché è stata una cosa che mi ha danneggiato non poco».
Giovanbattista Lanzilli