Solofra

Il sindaco di Solofra, Michele Vignola, esponente del Partito Democratico e neo presidente dell'ente idrico campano, inizia il suo 2020 con le barricate contro l'azienda ospedaliera Moscati e contro il governatore De Luca.

Vignola parla del blitz di capodanno, ovvero la decisione con cui il manager Renato Pizzuti ha di fatto tagliato da 18 a 10 i posti letto di ortopedia e ha eliminato il turno di notte (dalle 20 alle 8) per far fronte alle difficoltà del reparto che lamenta grave carenza di organico.

Due medici infatti si sono recentemente licenziati e l'azienda ospedaliera è in attesa di sostituirli. Quattro gli ortopedici che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, ma la sensazione è che questo sia solo l'uletriore segnale di uno smantellamento che rischia di mettere in grande difficoltà il territorio.

Per il sindaco dem Vignola, che è pronto ad opporsi in ogni modo, si tratta di «un vero e proprio tradimento del decreto sull’accorpamento». Il decreto 29 recepito dal nuovo piano regionale della sanità, prevedeva un aumento dei posti letto da 104 a 154 e l'apertura di nuovi reparti. La sensazione invece è che si proceda verso un ridimensionamento.

Il Governatore De Luca è avvertito: «Si avvicinano le regionali, Solofra voterà secondo gli impegni assunti e io per primo mi regolerò di conseguenza, perché il presidente deve rispondere di questo fallimento. Così come i consiglieri regionali, completamente assenti. E hanno pure il coraggio di ripresentarsi alle elezioni».

Il Landolfi di Solofra dunque rischia di diventare il nuovo fronte di fuoco interno al Partito Democratico, dove Vignola ha assunto una posizione molto critica da tempo nei confronti dei rappresentanti del territorio a Palazzo Santa Lucia. Il territorio di Solofra, considerato strategico per la posizione e per la produzione, è stato sistematicamente escluso dalla programmazione, accusa il sindaco.

Dopo la questione del depuratore ora si apre la polemica sull'Ospedale. Vignola teme che il Landolfi, presidio fondamentale non solo per l'area industriale della concia ma per l'intera Valle dell'Irno “diventi lo scarto del Moscati”.

E si fa strada il timore che si ripeta ad Avellino quanto è già accaduto a Benevento dopo la fusione tra l'azienda ospedaliera Rummo e il presidio Sant'Alfonso di Sant'Agata dei Goti, con le barricate di sindaci e mamme in catene con i propri figli davanti all'ospedale. Anche in quel caso tutto cominciò con la chiusura dell'unità operativa di Ortopedia (come previsto dal piano regionale della rete ospedaliera). E anche in quel caso il manager era Renato Pizzuti.