Napoli

Un anno che ha visto emergere e diventare ormai non più invisibile una realtà napoletana legata al mondo neomelodico. Con il matrimonio trash del cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino detto “o’Moncherin”, che ha tenuto in ostaggio una città per due giorni, bloccando il traffico con giocolieri, carrozza, cavalli e flashmob abusivi, le istituzioni e la borghesia napoletana sembrano aver scoperto un mondo del quale, fino a prima, ignoravano l’esistenza. Quelle nozze trash sono l’apoteosi di una sottocultura che oggi rischia di diventare l’unica realtà popolare in una città che invece proprio nella sua cultura popolare ha trovato tesori che ancora oggi sono alla base delle arti mondiali. 

E quella cultura popolare, quella Napoli capace di essere grande e farsi apprezzare nel mondo, ha perso nel 2019 una delle sue massime espressioni, Luciano De Crescenzo si è spento infatti il 18 luglio a Roma, lontano dalla sua Napoli, come del resto tutti i grandi che di questa città hanno fasto la storia. 

Davanti ad un anno così, davanti ai nostri tempi, torna utile la frase del professor Bellavista che diceva dei napoletani: “noi siamo epicurei noi ci accontentiamo di poco, purché questo poco ci sia dato al più presto possibile. D’altra parte perché sacrificarsi per i posteri. Che cosa hanno fatto questi posteri per noi?