Benevento

Dieci imprese per un decennio da ricordare. Lo sport sannita è stato grande protagonista: ha qualificato due atleti alle Olimpiadi, ha vinto in Coppa del Mondo di scherma, ha gioito per i titoli tricolori, per le promozioni delle sue squadre, per le grandi partite internazionali dei suoi rugbysti e per l'esordio tra i professionisti nel mondo del ciclismo. La classifica è solo cronologica e la scelta è dettata dal valore assoluto delle imprese e dalle emozioni trasmesse dai vari protagonisti. Ovviamente parliamo di altri sport e per questo non è sono stati menzionati gli eccezionali risultati del Benevento.

 

15 giugno 2012, Stefania Pirozzi conquista la qualificazione alle Olimpiadi di Londra.

Stefania Pirozzi è stata la prima atleta sannita a qualificarsi alle Olimpiadi in una gara individuale. Prima di lei a gareggiare sotto il sacro fuoco di Olimpia era stata Luisa Striani a Sidney, nel 2000. La nuotatrice di Montesarchio però si era qualificata grazie alla staffetta. Tutto diverso, invece per la ragazza di Apollosa. Diciannove anni ancora da compiere. L'enorme pressione di dover salire su un treno che forse non sarebbe mai più transitato sui binari che portavano ai cinque cerchi olimpici. Lo scenario era quello indimenticabile e suggestivo del Foro Italico di Roma. La gara i 400 misti con l'avversario più temibile rappresentato dal tempo limite di 4:41:20. Stefania era tesa al punto giusto. Nelle batterie del mattino nuotò con facilità conquistando la finale senza però sbilanciarsi più tanto. Eravamo in zona mista ad attenderla per capire le sue sensazioni, ma la tensione era troppa per esporsi. Ci regalò solo un sorriso, il primo indizio per quello che sarebbe accaduto nel corso del pomeriggio. Al Foro Italico erano arrivati anche i suoi familiari. La gara fu fantastica. La Pirozzi nuotò come mai aveva fatto fino a quel momento, con la determinazione di chi non vuole mancare l'appuntamento con la storia. Il cronometro dopo l'ultima frazione a stile libero recitava 4:40.88. Fu una gioia immensa per la giovane nuotatrice sannita e per tutta la sua famiglia. Qualche lacrima, tanti sorrisi, un abbraccio col tecnico Lello Avagnano e poi l'incontro con mamma e papà per un sogno realizzato che ha cambiato per sempre la vita della piccola di casa Pirozzi. Il ritorno da Roma fu trionfale. Festa in Piazza Risorgimento a Benevento prima della sua partenza per Londra e anche ultimo abbraccio ad Apollosa oltre a tanti altri riconoscimenti. Ai giochi le cose non andarono benissimo, Stefania fu eliminata nelle batterie dei 400 misti ma quel che contava in quel momento era essere su quel blocchetto. Quella resta l'impresa più importante della storia recente dello sport sannita.

 

2013, Donato De Ieso entra nel mondo del grande ciclismo.

Era il 16 febbraio 2013 quando Donato De Ieso con la maglia della Bardiani fece il suo esordio tra i professionisti. Un evento storico per il pedale sannita che ammirava un figlio della sua terra pedalare tra i grandi del mondo come Nibali, Cancellara, Petacchi, Bonen, Valverde, Contador e tanti altri. Il ragazzo di Pago Veiano veniva da una grande stagione tra i dilettanti con la Vejus, squadra sannita guidata da Donato Polvere. Due ottimi Giri d'Italia dilettanti lo avevano portato all'onore delle cronache e la chiamata della Bardiani fu il giusto premio. Purtroppo la sua avventura nel mondo dei “grandi” durò solo due stagioni con pochi sussulti. Da ricordare un gran bel campionato tricolore nel 2013 quando a Fondo si impose Ivan Santaromita, De Ieso terminò in trentatreesima posizione restando per tanto tempo a contatto con i big. Nel corso dell'anno qualche altra buona prestazione prima di vivere una seconda stagione da incubo. Poche corse e soprattutto poca considerazione da parte del suo Team Principal. Dopo due anni si è conclusa senza acuti la sua carriera tra i professionisti con tanto rammarico per quel che poteva essere e invece non è stato.

 

20 aprile 2013, la Pallamano Benevento vola in serie A1.

Pala Adua pieno in ogni ordine di posto. Oltre mille persone pronte ad incitare la squadra nella partita promozione contro l'Atellana. Doveva essere una passeggiata secondo qualcuno, si trasformò in una sfida epica. La società con i suoi atleti più rappresentativi fu brava a caricare l'ambiente con lo slogan “La serie A nella tua città”. E alla fine quel messaggio divenne realtà anche se la sofferenza fu tanta. L'Atellana lottò fino a metà della ripresa quando i giallorossi, in campo con soli quattro elementi dopo aver subito tre espulsioni per due minuti, si salvarono grazie alle parate di Manuel Schipani e all'esperienza dei veterani. Il risultato finale di 31 a 24 diede il via alla grande festa del Pala Adua. Un successo meritato per la squadra del presidente Carlo La Peccerella che riportò la grande Pallamano a Benevento e, a settembre, col ritorno in panchina del mago croato, il compianto Zoran Cvjetkovic, diede il via ad una grande stagione nella massima serie nazionale.

 

23 febbraio 2014, Tremigliozzi vola oltre gli otto metri.

Non era facile trovare gli stimoli giusti. Stefano Tremigliozzi rincorreva da tempo un risultato prestigioso. Nel 2008 aveva vinto il titolo italiano all'aperto, poi erano arrivati i successi del 2009, 2010 e del 2013 indoor. Ma mancava ancora qualcosa: volare oltre il muro degli otto metri come avevano fatto due mostri sacri del salto in lungo italiano come Giovanni Evangelisti ed Andrew Howe. La pedana di Ancona divenne l'occasione giusta per provarci inseguendo il suo ennesimo titolo tricolore. C'era qualcosa di magico. Si respirava l'aria di quando qualcosa di clamoroso deve accadere. Fassinotti fece registrare il nuovo record italiano nel salto in alto (2,34) mentre Stefano rispose con un salto da urlo che lo proiettò in un'altra dimensione. Era il suo secondo tentativo e volò con l'eleganza che solo i lunghisti puri possono vantare, oltre il muro degli otto metri. 8,06 recitava il tabellone luminoso. Stefano Tremigliozzi era appena entrato nella storia del salto in lungo italiano. Vinse naturalmente la medaglia d'oro, poi ne sarebbe arrivata un'altra (la quinta) nel 2016, e urlò a tutto il movimento dell'atletica italiana che il suo talento aveva finalmente raggiunto il livello che gli competeva.

 

22 agosto 2014, Pirozzi d'oro con la 4x200 sl agli europei di Berlino.

Un quartetto da medaglia: Mizzau, Pirozzi, Masini Luccetti e Pellegrini. Ma vincere non era per nulla scontato. L'Europeo di Stefania Pirozzi era stato buono fino a quel momento ma fu nella staffetta che la ragazza di Apollosa fece la differenza. Lancio affidato ad Alice Mizzau, che restò alle spalle di Russia e Svezia, poi grande recupero di Stefania Pirozzi che con una strepitosa frazione nuotata in 1'57''63 regalò al quartetto italiano la terza piazza a nove centesimi dalla Svezia. Chiara Masini Luccetti in terza frazione venne travolta dal ciclone Sarah Sjostrom (1'53''64) che diede il cambio a Stina Gardell con oltre quattro secondi di vantaggio sulle azzurre. Ma la svedese nuotò un tempo altissimo e Federica Pellegrini, schierata in ultima frazione, dopo aver fiutato l'odore della preda la andò a prendere finalizzando il lavoro delle compagne. Oro europeo per la Pirozzi, felicissima in quello che resta il punto più alto della sua carriera fino a questo momento. Volava nello stile libero, fu lei il vero segreto della vittoria azzurra. Il ritorno a casa fu splendido con una grande accoglienza per festeggiare una strepitosa impresa.

 

1 marzo 2015, meta di Furno e l'Italrugby espugna Murrayfield.

L'impresa di Furno, talento sannita cresciuto nel Rugby Benevento, la narriamo riproponendo un pezzo dell'articolo con cui raccontammo quell'impresa. "Murrayfield è azzurra per la seconda volta nella storia. Dopo l’impresa del 2007 ecco che l’Italia si ripete in terra scozzese. La stampa di casa aveva presentato la giornata come quella in cui sarebbe arrivata la terza vittoria consecutiva nel 6 Nazioni degli scozzesi sull’Italia. Ma così non è stato. La squadra di casa ha dovuto fare i conti con l’orgoglio degli azzurri e con lo strapotere fisico del sannita Joshua Furno che insieme a Biagi in seconda linea ha dominato per tutto l’arco della gara". Dominò Joshua, che dopo aver visto i suoi andare subito sotto per 10 a 0, realizzò la meta che diede il via ad una storica rimonta. L'Italrugby realizzò un sogno col sorpasso finale grazie ad una meta di pacchetto. Festa grande per gli azzurri e per Joshua Furno che in quel momento era tra le migliori seconde linee del rugby europeo.

 

25 maggio 2015, l'acuto della Boscarelli in Coppa del Mondo.

Ci fu un giorno che Rio de Janeiro parlò beneventano. Il talento di Francesca Boscarelli esplose letteralmente in una prestazione spettacolare che le regalò la prima vittoria nella Coppa del Mondo di spada femminile. Un cammino sensazionale. Battuta la Batini 15 a 11, Francesca ebbe la meglio sull'estone Kirpu per 15 a 14 e poi sulla Kolobova per 15 a 9. Ai quarti di finale ennesima dimostrazione di forza contro la romena Dinu per 14 a 10, mentre nel penultimo atto la cinese Yiwen Sun ci provò a metterle il bastone tra le ruote, ma la Boscarelli inseguendo il suo destino di campionessa fu più forte vincendo per 15 a 12. In finale scontro Italia-Francia: Boscareli-Vitalis. Per la sannita era l'occasione da non perdere e salì in pedana con cattiveria e classe che le regalarono un successo storico. Prima vittoria in Coppa del Mondo, una gioia che resterà per sempre nel suo cuore di donna, di mamma, ma soprattutto di campionessa.

 

6 febbraio 2016, Canna ammutolisce lo Stade de France.

I primi punti del Sei Nazioni 2016 furono realizzati da un sannita scuola Rugby Benevento. Non un giocatore normale, forse il più geniale e raffinato che questa terra abbia prodotto negli ultimi decenni. Carlo Canna fu schierato da titolare. Maglia numero 10 e tanta pressione. I francesi sono da sempre una bestia nera. Ma quel giorno a Parigi realmente è stata sfiorata l'impresa. Iniziò tutto grazie a “carletto” da Benevento. L'ovale uscì da una ruck. Canna da oltre trenta metri non ci pensò due volte e con un drop ammutolì i tifosi francesi portando l'Italia avanti nel punteggio. I galletti soffrirono con mai accaduto in precedenza, ma alla fine si imposero per 23 a 21. Quel giorno l'Italia andò vicinissima all'impresa proprio grazie al coraggio, alla classe e alla voglia di stupire di Carlo Canna da Benevento.

 

8 maggio 2016, Caporaso in cima al mondo realizzando il sogno olimpico.

Una vita di sacrifici per realizzare un sogno a cinque cerchi. Teo Caporaso è partito da lontano, scelse la marcia un po' per caso. Con la sua mentalità da Ingegnere capì subito che poteva fare grandi cose. Arrivò all'appuntamento più importante della sua carriera, quello con la Coppa del Mondo di Marcia a Roma, con la consapevolezza di poter realizzare il suo grande sogno: andare alle Olimpiadi. Teo partì tranquillo, ma si vedeva che quel giorno le sue gambe giravano come mai avevano fatto prima. Era consapevole dei suoi mezzi anche se l'attenzione era tutta su Alex Schwazer che quella gara la vinse. Teo quella domenica di maggio si regalò un fantastico viaggio dall’Arco di Costantino allo Stadio delle Terme di Caracalla dove ad accoglierlo c'era il presidente del Coni Giovanni Malagò. Fu proprio il capo dello sport italiano a fargli capire che insieme agli altri azzurri aveva vinto la Coppa del Mondo a squadre (titolo rimasto anche dopo la squalifica per doping di Schwazer) e che il suo sogno olimpico era appena diventato realtà. Fu la giornata perfetta per l'Ingegnere sannita che divenne il primo atleta beneventano (attualmente l'unico) e il primo uomo sannita a poter gareggiare alle Olimpiadi. A Rio de Janeiro le cose non andarono benissimo. Non riuscì a terminare la gara per una squalifica giunta intorno al trentesimo km. Ma contava esserci e Teo quell’occasione l’aveva conquistata con tanta fatica.

 

29 maggio 2016, il Rugby Benevento torna in serie A.

Un campionato quasi perfetto. Una vittoria meritata che regalò alla squadra dell'allenatore giocatore Alessandro Valente la possibilità di giocare lo spareggio promozione col ritorno tra le mura amica del Pacevecchia. L'avversario era di quelli temibili, dall'altra parte del campo erano schierati i veneti del Rubano. Nella sfida d'andata i sanniti persero 15 a 7, ma nella sfida di ritorno, nello scenario del Pacevecchia, arrivò l'impresa. Una meta di Passariello, i piazzati di Fragnito e soprattutto un drop del numero 10, stile Carlo Canna, fecero impazzire di gioia il popolo del rugby beneventano. Un successo incredibile per 19 a 3, una superiorità netta, concretizzata nella ripresa, figlia della voglia di emergere di un gruppo nato e cresciuto con i valori dei colori biancocelesti. Fu la vittoria di tutti: dal presidente Palumbo a quella di Alessandro Valente e Peppe Calicchio che su quella squadra avevano lavorato duramente, ma soprattutto fu la vittoria dei ragazzi che vissero la settimana più bella della loro carriera sportiva. Impresa in campo e fama fuori. Anche i tifosi del calcio, in una storica giornata a Ponte, resero omaggio a quel gruppo che scrisse la pagina più bella del Rugby Benevento nell'ultimo decennio.

 

Buon 2020 a tutti gli sportivi dalla redazione di Ottopagine.it con l'augurio di poter vivere insieme e raccontarvi un altro decennio di grandi emozioni.