Atripalda

Hanno le ore contate i responsabili dell’attentato incendiario di Atripalda, il secondo in pochi giorni, avvenuto venerdi scorso ai danni della Formaggeria di Enzo De Lorenzo in via Gramsci. Dalle immagini di videosorveglianza privata acquisite dagli esercizi commerciali della zona è emerso che ad agire sono stati due uomini a bordo di una moto.  Uno dei due malviventi, sceso dal mezzo, con il volto coperto, si è avvicinato alla saracinesca della formaggeria con in mano una latta, contenente liquido infiammabile, a cui ha dato fuoco. L’uomo nell’appiccare il rogo sarebbe rimasto ustionato al volto dal ritorno di fiamma. Un dettaglio prezioso questo che consente agli inquirenti di indirizzare meglio le ricerche non solo sul territorio dell’hinterland avellinese ma anche nel salernitano e nel napoletano.

Nel frattempo anche sul titolare della formaggeria di Via Gramsci si è riversata in queste ultime ore la grande solidarietà degli atripaldesi e non solo. La cittadina del commercio è ferita da questi gravissimi episodi, e ancora non è chiaro se siano collegati in qualche modo anche se tutti gli elementi finora raccolti fanno supporre che ci sia un’unica regia dietro questi atti criminali. Si attendono gli esiti dei rilievi effettuati dei  Vigili del Fuoco di Avellino per capire se nel duplice raid sia stato utilizzato lo stesso liquido infiammabile. Nessuna pista è esclusa. Intanto sulla pagina ABC Atripalda Bene Comune molta la polemica. Sono in tanti oggi a ritenere che ad Atripalda esista un problema sicurezza.

“Ne prenda atto il Prefetto di Avellino, che deve convocare immediatamente il Comandante Regione dei Carabinieri e chiedere in primis di riattivate la Stazione con uomini e mezzi. Non basta una pattuglia in più una tantum” è la dura accusa che arriva Da Roberto Renzulli tra gli animatori del gruppo social. “Fino ad un un'anno fa in Caserma c'era un Luogotenente, due Marescialli, due Brigadieri, una decina di uomini tutti altamente preparati. Fino ad un'anno fa si faceva controllo capillare del territorio, sopratutto di notte, con fermi e perquisizioni. Attività investigative e testimonianze che portavano a controllo di persone e attività. La Stazione di Atripalda non può chiudere come uno sportello pubblico, con orari ridotti. In un'anno abbiamo regalato alla criminalità 20 anni di duro lavoro”.