Nocera Inferiore

Un sit-in di protesta davanti al tribunale di Nocera Inferiore, dove oggi si è tenuta l'udienza del secondo processo per la frana del Monte Albino del 2005 che provocò tre vittime. Protagonisti i rappresentanti di Legambiente e Comitato Antibarriere, che da tempo chiedono "una ecogiustizia subito per evitare che il processo venga travolto dalla prescrizione su una vicenda dolorosa ed emblematica ed ancora drammaticamente attuale del dissesto idrogeologico".

Un'occasione anche "per ricordare le vittime innocenti di questa tragedia e per ribadire il nostro impegno senza tentennamenti che questo non avvenga mai più", il monito degli attivisti. Nel secondo procedimento giudiziario risulta imputato il titolare di una cava. Questa mattina, i giudici del tribunale nocerino hanno terminato l'audizione dei testimoni delle parti civili, calendarizzando le prossime udienze e fissando l'ultima al 20 febbraio.

A marzo, a distanza di quindici anni dalla frana che costò la vita a tre persone, scadrà anche il termine per la prescrizione relativamente all'imputazione di frana colposa, dopo che già nell'udienza del 21 novembre sorso era stato dichiarato prescritto l'omicidio colposo plurimo.

"Un processo non è mai scontato - ha detto all'Ansa il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo - ma la cosa peggiore è che possa finire con un nulla di fatto. Sarebbe un atto d'ingiustizia verso le tre vittime innocenti ma anche un brutto segnale verso chi non si prende cura del territorio".