Atripalda

Il sindaco Spagnuolo potrebbe essere chiamato a risarcire economicamente il tenente Giannetta per avergli revocato l’incarico di comandante della Polizia municipale e di responsabile del settore di Vigilanza: lo scrive il giudice Marianna Molinario nelle osservazioni con cui ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto di revoca e di reintegro nelle funzioni avanzata dall’ex numero uno dei Vigili urbani di Atripalda.

In altre parole, il tribunale del lavoro, ravvisando l’illegittimità dell’atto in questione perché non adeguatamente motivato (il sindaco si è limitato a scrivere “per sopraggiunto venir meno del rapporto fiduciario ed in considerazione della complessità delle funzioni di competenza”), pur non disponendo il reintegro di Giannetta nelle funzioni di comandante, osserva che “al dipendente compete esclusivamente una tutela risarcitorie a cui è correlata l’eventuale responsabilità contabile in capo a colui che ha posto in essere l’atto illegittimo”, ovvero il sindaco. In particolare, pur essendo emersa in sede giudiziale, una contestazione avanzata dal sindaco Spagnuolo lo scorso mese di agosto in ordine a presunti inadempimenti del tenente Giannetta rispetto ad alcune verifiche e controlli, non è stata provata la gravità del supposto inadempimento. 

E, dunque, sarà la sentenza di merito (il prosieguo del giudizio è stato fissato per il 14 settembre) a stabilire se e di quanto il primo cittadino sarà condannato a risarcire il tenente per avergli revocato la funzione organizzativa senza avergli né preliminarmente, né al momento della revoca, contestato gravi irregolarità, rilevanti inefficienze, omissioni o ritardi, ovvero le condizioni cui le norme subordinano il legittimo esercizio del potere di revoca anticipata dell’incarico rispetto alla scadenza che coincide con la fine del mandato sindacale.

Per il resto appare evidente, dalle osservazioni del giudice del lavoro, che, oltre all’eventuale risarcimento economico, il tenente Giannetta difficilmente potrà aspettarsi il reintegro, così come non è dimostrato né il demansionamento, né la lamentata perdita d’immagine, né che il tenente sia stato assunto espressamente come comandante (ma come specialista in servizi di Polizia municipale).

Gianluca Roccasecca