Santa Maria Capua Vetere

"Un gravissimo episodio si è consumato, nella serata di ieri, presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere."

Lo denuncia Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe

“E’ successo che verso le 20.30 di ieri un detenuto italiano, ammesso alla semilibertà, dopo il suo rientro in sezione dal lavoro ha improvvisamente aggredito e tramortito un assistente di Polizia Penitenziaria, uscendo poi dalla sezione detentiva e riuscendo a lasciare l’Istituto.

Dopo che è scattata una vasta "caccia all'uomo' da parte della Polizia Penitenziaria ed altre forze dell'ordine il fuggitivo spontaneamente faceva rientro al carcere Sammaritano alle ore 04,00 di questa notte. L'evento critico messo in essere dal detenuto ripropone le condizioni emergenziali in cui lavora la Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere.

Organici ridotti all'osso a fronte di un costante sovraffollamento, riduzione del personale sui posti di servizio che non consente più avere la Sorvegliata armata di Sentinella, ma solo una saltuaria presenza di una automontata su un enorme  spazio ove sorge la struttura, zona tra l'altro isolata tra le campagne senza adeguata illuminazione ne adeguata difesa strumentale.

La solidarietà del Sappe va al collega vittima dell'aggressione vile ed imprevedibile da parte. di un soggetto che è ammesso al regime di semilibertà."

Per il segretario generale del Sappe Capece: “la situazione delle carceri campane è diventata insostenibile. Il Sappe dice basta: i costanti e continui eventi critici che si verificano ogni giorno nelle carceri ne sono la più evidente dimostrazione. Poliziotti aggrediti, feriti, sequestrati, contusi, insultati e offesi.

E quel che denuncia il Sappe da tempo si sta clamorosamente confermando ogni giorno: ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza di personale – servono almeno 8.000 nuovi agenti rispetto al previsto -, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento.