Guardia Lombardi

 

di Emanuela Sica

 "Quando scriveva il suo essere trovava ristoro ed estensione. Nei suoi libri riversava idee, riflessioni, esperienze, ricordi, vita vissuta, aspirazioni, critiche, disillusioni, in una parola: l’anima. Si può dire di aver conosciuto ed apprezzato, davvero,

Giandonato Giordano se si è letto almeno un suo libro. Perché la scrittura è rivelare il vero io, è ridere, respirare, piangere, cantare (e tanto altro ancora) o forse, più semplicemente, è vivere. Ma vi è di più. Uno scrittore che si rispetti ha un altro amore a cui è inscindibilmente legato: la lettura. Chi legge ha un cuscino rilassante nei momenti di tranquillità e un balsamo rigenerante nei momenti di maggior tensione.

“Non ho avuto mai un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato” lo diceva il saggio Montesquieu e credo valga per tutti.

Per l’amico Giandonato scrittura e lettura erano libertà ed evoluzione, approfondimento e rievocazione, riflessione e comprensione, analisi critica e soluzione ma, soprattutto, necessità vitale connaturata alla sua stessa esistenza.

Per tale ragione l’intitolazione della Biblioteca Comunale alla sua memoria rende giustizia a quelle che erano le sue più autentiche passioni. Passioni che, a mio avviso, se la giocavano alla pari con il suo essere politico.

Giandonato intendeva il “fare politica” non come mestiere bensì servizio alla comunità che svolse con profondo coinvolgimento etico, morale. Ricordo che la scrittrice Virginia Woolf diceva: “Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine...” e allora lasciatemi pensare che, proprio adesso, Giandonato è intento a leggere un buon libro mentre sulla scrivania ha già organizzato, a penna, gli appunti necessari per il suo prossimo libro. Un libro di sicuro successo, così come avveniva qui da noi, anche in Paradiso.