Ischia

La Campania non dimentica Franco Ortolani, senatore della repubblica e docente ordinario di geologia all'Università Federico II di Napoli, venuto a mancare cinque giorni, strocato da una grave malattia.

Geologo di fama internazionale, per tutta la vita Ortolani è stato uno strenuo difensore dell’ambiente e delle nostre terre martoriate dal veleno di rifiuti tossici sotterrati ovunque. E ad ucciderlo è stato proprio il cancro dì cui, così come sottolineava convinto, si era ammalato a causa dell’avvelenamento delle terre in cui si recava spesso  per denunciarne la pericolosità.

"Straordinario è stato il suo impegno contro le trivellazioni - ricorda Gennario Savio - e nella soluzione delle problematiche relative all’erosione marina e al rischio idrogeologico. Sempre in prima fila quando c’era da battersi al fianco dei cittadini e dei comitati a difesa della salute pubblica messa a repentaglio dall’inquinamento e dal totale disinteresse delle istituzioni locali, regionali e governative.

L’impegno di Ortolani è stato molto attivo anche sull’isola d’Ischia dove negli anni si è interessato in prima persona delle criticità idrogeologiche dell’Isola e in modo particolare del comune terremotato di Casamicciola Terme e del fenomeno dell’acqua alta che nel comune di Ischia colpisce in modo particolare la Riva Destra. Un esempio per tutti del suo impegno sull’isola Verde è documentato dal servizio giornalistico che realizzai personalmente nel 2017 quando, assieme anche all’Ingegnere Peppino Conte, accompagnai Ortolani all’interno di cava Sinigallia per denunciare l’estrema pericolosità che il terreno franato in quei giorni costituiva all’interno dell’alveo otturandolo, la qual cosa avrebbe potuto provocare una nuova alluvione come quella che colpì proprio Casamicciola nel 2009 uccidendo la piccola Anna De Felice.

Personalmente ho avuto il piacere di conoscere Franco Ortolani qualche anno fa nella sede distaccata del tribunale di Napoli di Ischia dove il professore testimoniava come esperto nel processo relativo ai danni causati dall’alluvione del 2009.

Rimasi subito colpito dalla sua semplicità. Appena mi presentai dicendo che con la mia attività giornalistica mi occupavo anche di tematiche ambientali, immediatamente mi stoppò e disse: “Caro Gennaro, ti conosco molto bene grazie ai servizi giornalistici che hai realizzato sugli allagamenti della Riva Destra e del piazzale Aragonese”. Darci subito del tu fu quasi naturale. Approfittai subito per portarlo a fare un giro dell’Isola per  mostrargli varie criticità che il territorio presentava e di cui mi stavo occupando. E ci recammo piazzale Aragonese, alla Riva Destra e nella cava Senigallia ostruita dal terreno franato in quei giorni. Quella volta riuscimmo a spuntarla e a fare intervenire chi di dovere. Oggi, a poca distanza da li, a far paura ad esempio è Cava Pozzillo, una bomba pronta ad esplodere per lo stesso motivo. Che la terra ti sia lieve caro Franco. Noi continueremo a lottare portando avanti il tuo ricordo nelle nostre battaglie."