Solofra

Dopo l'allarme lanciato la scorsa estate quando molti i comuni del bacino idrografico della Solofrana sono stati avvisati della presenza di metalli pesanti nelle acque, torna ad affacciarsi il pericolo. Con una nota del 12 novembre scorso, L'Arpa Campania ha segnalato che, nell'ambito delle attività di monitoraggio dei corpi idrici superficiali, ha rilevato da rapporto di prova trasmesso dal Dipartimento Provinciale di Avellino (con nota del 7 novembre) il valore di concentrazione del cromo è potenzialmente superiore allo standard di qualità ambientale.

I prelievi sono relativi al torrente Solofrana nel tratto a valle ricadente nel territorio di Roccapiemonte, in località Ponte San Pasquale al confine con Nocera Inferiore in provincia di Salerno.

Alla luce di questi dati il sindaco del comune ha deciso di emanare un'ordinanza con cui si vieta il prelievo delle acque sia a scopo irriguo che per dissetare mandrie e greggi lungo tutto il tratto del fiume Solofrana che ricade nel territorio. Vietate anche le pratiche agronomiche e il pascolo delle superifici inquinate nell'area di rispetto fluviale (Pari a 150 metri dall'argine spontale).

In qualità di autorità sanitaria locale dunque il primo cittadino del comune di Roccapiemonte, Carmine Pagano, ha ritenuto di dover avvisare la popolazione emanando un'ordinanza che di fatto conferma, sulla base dei dati Arpac, il pericoloso inquinamento delle acque del torrente Solofrana.

Ma non è la prima volta che l'agenzia regionale ci dice che il Solofrana è un pericoloso vettore di sostanze chimiche.

Pochi mesi fa furono rilevate alte concentrazioni di cromo nel comune di Montoro, da ricondurre “al persistere di sversamenti anomali di reflui di natura conciaria non depurati nel corpo idrico superficiale”.

Ne seguì una ordinanza di divieto di utilizzo dell'acqua della Solofrana per irrigare i campi da parte del sindaco Girolamo Giaquinto. L'Arpac aveva registrato picchi di concentrazione di cromo già nei mesi di giugno, maggio, aprile, febbraio e gennaio 2019.

Ogni volta l'agenzia ha richiamato tutte le autorità preposte «affinché pongano in essere le azioni di controllo necessarie alla salvaguardia del corso d'acqua».

Ora la storia si ripete. Ancora una volta l'Arpac lancia l'allarme e i sindaci emanano ordinanze, ma nei fatti nessuno si preoccupa di stanare i criminali che sversano queste sostanze nel torrente.

Nei giorni di pioggia e temporali inoltre è risaputo che il fenomeno tende ad aumentare sensibilmente, giacché è difficile rintracciare l'origine dello scarico quando il letto del fiume è pieno d'acqua a causa delle copiose precipitazioni delle ultime settimane.

Va detto che il cromo al pari di altri metalli pesanti come cadmio, nikel e piombo, è un componente chimico che a contatto con l'organismo umano aumenta esponenzialmente l'insorgenza di tumori soprattutto alle vie respiratore come polmone e fosse nasali.

Da tempo gli abitanti e i comitati ambientalisti dei comuni della Valle dell'Irno chiedono uno screening di prevenzione di malattie oncologiche potenzialmente connesse agli inquinanti presenti nell'apparato fluviale.

Eppure, nonostante i dati che certificano la presenza di queste sostanze e nonostante le continue ordinanze emanate dai sindaci, allo stato non sappiamo se e quanto può essere pericolosa l'esposizione e l'uso delle acque del torrente, tanto per i pascoli ma soprattutto per le colture del montorese che attingono quotidianamente ai pozzi e ai canali alimentati dalla Solofrana.