Il comune vende un'immobile ad un'agenzia immobiliare, incassa la caparra e parte del corrispettivo, e quando l'acquirente denuncia l'impossibilità di liquidare l'intero importo, l'ente trattiene l'immobile e le somme già versate.
I protagonisti della vicenda sono il municipio di San Nicola Manfredi e la Società Marvenn Designer Gruppo Immobiliare s.r.l.
Nel settembre del 2011 l'ente e il gruppo immobiliare mettevano nero su bianco la vendita di un immobile comunale al prezzo pattuito di euro 180 mila euro. In quell'occasione l'agenzia aveva versato all'ente, oltre la somma di euro 18 mila euro come caparra confirmatoria, 47 mila euro a fronte dell'intero costo del fabbricato.
Il termine ultimo per la liquidazione della somma pattuita per la compravendita dell'immobile era il 30 giugno 2012.
Nel frattempo però, la crisi ha assestato un duro colpo alla stabilità finanziaria dell'agenzia e così, dopo il dipanarsi di una lunga trattativa, la società, con una nota trasmessa al comune nel febbraio 2014, liberava l’ente dall’impegno assunto con l'atto preliminare di vendita sottoscritto nel settembre del 2011.
L'aspetto singolare della vicenda riguarda la rinuncia (dichiarata espressamente dall'agenzia) alla restituzione delle somme versate. Ciò vuol dire che non solo l'immobile si annovera ancora tra i beni del patrimonio comunale ma anche che i 65mila euro versati dall'agenzia non andranno restituiti e resteranno quindi nelle casse dell'ente, a titolo di risarcimento danni.
A tutto ciò si aggiunge che le opere eventualmente realizzate dalla ditta, dopo la stipula del preliminare di acquisto, in assenza di qualsiasi autorizzazione urbanistica da parte dell'amministrazione comunale, sono da ritenersi illegittime e pertanto acquisite gratuitamente al patrimonio comunale. Ciò è quanto stabilito dalla giunta Errico, con delibera licenziata il 15 maggio scorso.
Marianna D'Alessio