Benevento

La prima volta è sempre speciale. Soprattutto se arriva in tempi rapidi. Rossana Pasquino aveva iniziato la sua avventura in pedana con la spada paralimpica, poi l’intuizione di Dino Meglio l’ha catapultata su un palcoscenico diverso ma ugualmente affascinante, come quello della sciabola.

L’impatto della ragazza sannita è stato devastante. Un bronzo ai Mondiali e un oro ad Amsterdam in Coppa del Mondo. Chapeau avrebbero detto oltralpe. Bravissima gli diciamo noi. Tante le reazioni di stupore a questo successo. La speranza è che alle parole possano seguire anche i fatti. Perché lo sport in città e in provincia non sembra essere una priorità, avrebbe bisogno di un supporto maggiore, ma questa è un’altra storia.

Adesso c’è una campionessa, soprattutto di vita, da omaggiare. Per lei la scherma è un divertimento. Un piacevole passatempo dove ovviamente provare a primeggiare. Rossana ora può godersi il momento più bello della sua carriera, ma guardando a quel che potrebbe essere il 2020, l’anno più importante della sua parentesi sportiva, strizzare l’occhio ai giochi di Tokyio è più che lecito.

La Pasquino è stata festeggiata da tutta la spedizione azzurra di cui fa parte anche Dino Meglio, che con Francesca Boscarelli ha avuto il pregio di guidarla nel mondo della scherma paralimpica. Tra i compagni di squadra spunta anche l’icona dello sport paralimpico italiano, quella Bebe Vio che ha stupito ed emozionato negli ultimi anni il popolo tricolore. Proprio la campionessa olimpica in carica, che come la Pasquino ha deciso di cimentarsi nella sciabola, ha voluto omaggiare la compagna di squadra con un post social. “Per ora sciabolo meglio con le bottiglie” ha esordito simpaticamente commentando la propria non esaltante prestazione. “Ma presto mi prenderò le mie soddisfazioni anche in pedana. L’emozione più grande di ieri è stato l’oro di Rossana Pasquino. Quando vince una compagna di squadra vince tutta l’Italia”.

Tutti uniti verso Tokyo. Tutti insieme per dare un messaggio positivo a chi vive la disabilità come una condanna e non riesce a conviverci. Da Zanardi a Bebe Vio, passando per Rossana Pasquino e tanti altri atleti paralimpici, il messaggio è chiaro, positivo, bello e ricco di speranza; e i risultati si vedono.