Avellino

Il vicesegretario Andrea Orlando apre il tesseramento del Partito Democratico ad Avellino, presso il Virginia Palace Hotel. Sala gremita, molti i volti che ci si aspettava di vedere in questo delicato passaggio per la vita dei Dem irpini, commissariati ormai da sei mesi, a partire dal presidente del consiglio regionale Rosetta D'Amelio con il vice presidente Fulvio Bonavitacola seduto accanto all'ex senatore Enzo De Luca. In sala anche Nicola Mancino e molti esponenti del pd provinciale e decine di sindaci dem. Più defilati ma molto attenti allo sviluppo del dibattito anche Livio Petitto e Umberto del Basso De Caro.

Ad accogliere il vice di Zingaretti è stato il commissario provinciale Aldo Cennamo che nella sua introduzione ha voluto sottolineare i temi fondamentali, “gli assi sui quali deve ruotare il nuovo impegno del Pd in Irpinia”: sviluppo, lavoro e legalità.

L'obiettivo è costruire un partito più aperto, plurale, solidale, ha detto Cennamo riferendosi ad anni di lotte intestine, correntismi, personalismi che hanno portato il Pd a perdere consensi e a dividersi.

“Il progetto politico di un Partito che si vuole dire veramente democratico non può che iniziare dai problemi di questa terra martoriata dallo spopolamento e dalla disoccupazione”. Cennamo è partito dai dati drammatici dell'ultimo rapporto Svimez che condannano il Sud Italia e in particolare le aree interne come l'Irpinia all'arretratezza. “Dal Governo deve arrivare una iniziativa chiara e forte a favore del mezzogiorno, è questo il momento o sarà troppo tardi” ha sottolineato il commissario. Ma il lavoro e lo sviluppo passano anche attraverso una comunità che non ha timore di dire no all'illegalità e alla camorra. 

“Non voglio fare allarmismi ma qui in Irpinia stiamo messi male. Perché a furia di nasconderci dietro il mito dell'isola felice ci siamo svegliati una mattina e abbiamo scoperto dagli organi di informazione che in Irpinia c'è la camorra, e anzi che c'è sempre stata – ha continuato Cennamo riferendosi all'inchiesta sul Clan Partenio 2 – La Camorra si è innestata pericolosamente nei gangli della cosa pubblica ed è arrivata a minacciare un procuratore della Repubblica. Abbiamo scoperto che c'è la droga, e che c'è sempre stata. Che i nostri giovani ne sono vittime perchè non abbiamo saputo dare loro speranze e alternative. Ecco. Questo deve fare un partito. Costruire progetti e azioni politiche in grado di restituire speranza e nuove possibilità”.

A seguire decine di interventi prima di passare la parola al vice segretario Andrea Orlando che ha preso scupolosamente appunti segnando tutte le sollecitazioni giunte dai territori. La vicenda irpina si lega a doppio filo in questo momento a quella regionale e nazionale.

Orlando non si è sottratto al dibattito sulle prossime elezioni in Campania. Il Movimento Cinque Stelle, con il suo leader Luigi Di Maio ha chiuso ogni possibilità di dialogo davanti alla ricandidatura di Vincenzo De Luca. Ma il Pd non può accettare diktat, replica il vice di Zingaretti.

“Non si fanno dicussioni e confronti mettendo paletti preventivi. Vogliamo allargare la coalizione ma non è con i diktat che si affronta questo passaggio. È un ragionamento che stiamo facendo a livello nazionale. Al M5S chiediamo linearità nelle condotte: non si può dire un giorno si e l'altro no, un giorno un veto su un candidato un altro un diktat su un altro, insomma se si vuol far reggere il Governo a livello nazionale dobbiamo trovare un modus operandi anche a livello regionale diverso da quello che stiamo registrando” aggiunge l'ex ministro che su De Luca però non sgombera del tutto il campo dall'eventualità che il pd faccia un passo indietro. “La candidatura di De Luca è una valutazione che comunque comepeterà al Pd regionale e alla coalizione dil centrosinistra che speriamo sia più larga possibile. Naturalmente si riparte dalla ricandidatura di De Luca ma c'è comunque un margine di approfondimento e confronto che va svolto”.

“Anche la vicenda avellinese ci dice che dobbiamo combattere ogni forma di trasformismo e nomadismo politico – aggiunge il vice segretario - perché il Pd non è un autobus, non è uno strumento per l'affermazione di ambizioni personali, dobbiamo ricostruire una comunutà con delle regole e Cennamo ha fatto un buon lavoro per andare in questa direzione”.

Dunque per le regionali si riparte da De Luca ma dentro una coalizione di centrosinistra ampia nella quale probabilmente l'ex ministro della Giustizia vede tutti, anche Italia Viva. Nelle ultime ore tuttavia il partito di Renzi sembra guardare più al centrodestra della Carfagna che alla parte moderata del Pd.

“Non lo so, mi sembra che Berlusconi abbia risposto abbastanza chiaramente agli ammiccamenti di Italia viva – ha risposto Orlando - Se poi ci sono persone che passano dal centrodestra a Italia viva è un altro paio di maniche. Un polo di Italia viva più Forza italia al momento non mi pare si stia realizzando. In ogni caso guardiamo con grande rispetto all'iniziativa politica che si svilupperà” ha chiuso il vice segretario Dem.