Ariano Irpino

Fusione integrazione e promozione del territorio: è il trinomio vincente dentro e fuori il rettangolo di gioco. La formula, senza dubbio originale, è stata coniata dalla squadra di calcio Vis Ariano-Accadia che milita nel campionato di eccellenza. Due città due regioni unite dalla passione per i colori di una storica formazione calcistica due comunità che hanno puntato soprattutto su giocatori di colore per mettere a segno goal contro pregiudizi e luoghi comuni.

Il tecnico Gerardo Del Vecchio: “Da una semplice esigenza sportiva legata alla costruzione della squadra ad una bella realtà, che ci ha portato a scoprire le qualità umane di questi giovani. Li abbiamo subito messi nella migliore condizione per rimanere nella nostra città. Vivono in un buon appartamento e vengono seguiti dentro e fuori dal campo, per cui siamo davvero orgogliosi di questo.”

Provengono dalla Costa d’Avorio, Niger, Senegal, Francia, Belgio e Ucraina e la maggior parte sono giovanissimi. 

L’entusiasmo del vice presidente Vittorio Iacobacci: “La società, ha puntato su questa integrazione, sia con il territorio grazie all’apporto del presidente Michele De Rosa, ma anche attraverso l’integrazione di giocatori comunitari ed extracomunitari. Un grosso valore, alla luce di tutto ciò che ancora oggi accade negli stadi italiani in serie A. Ci sono ancora aspetti che richiamano al razzismo. Noi abbiamo voluto sposare questo progetto per rendere grande la nostra comunità e dare un esempio di civiltà e umanità al nostro territorio.”

E sul caso Balotelli che ha fatto tanto discutere nelle ultime ore pur trattandosi di una vicenda dai contorni poco chiari Keba Gassama fa questa considerazione:

“Sono i dirigenti del calcio italiano che devono combattere certi fenomeni ma non a chiacchiere, ci vogliono i fatti.  Il non chiamo mai razzismo un episodio del genere, è ignoranza. E gli ignoranti vanno tirati fuori dal calcio. Ariano per noi è una bellissima realtà siamo soddisfatti del grande impegno della società, attenta ai nostri bisogni. Non siamo per niente abbandonati qui. Ci sentiamo ben integrati con tutta la comunità. E questo ci da forza e stimoli per fare bene.”