Atripalda

Prendete un trentacinquenne ragazzo di Bitonto, che dopo aver girato mezza Italia passando al setaccio ogni singola voce statistica di centinaia di partite di volley; dopo aver fatto molto più della proverbiale gavetta per diventare un coach, si ritrova nel palazzo imperiale dell'Hofburg, a Vienna, a chiacchierare cordialmente con un certo Alexander Van der Bellen. Per intenderci, il presidente della Repubblica austriaca. Sembrerebbe l'inizio di una storia piuttosto inverosimile, e, invece, è quella vera, verissima, di Francesco Racaniello: neo-coach della Pallavolo Atripalda, reduce dall'esperienza da scoutman dell'Austria negli Europei in corso di svolgimento tra Francia, Olanda, Slovenia e Belgio. L'avventura del sestetto allenato dal tedesco Michael Warm si è conclusa con cinque sconfitte nella pool B, nelle gare giocate, tra Anversa e Bruxelles, contro Serbia, Belgio (padrone di casa, ndr), Germania, Spagna e Slovacchia. In rigoroso ordine di classifica. Ma poco male per Francesco Racaniello perché, oltre i risultati, le emozioni vissute resteranno per sempre impresse, nel cuore e nella mente, come sensazioni e ricordi indelebili.

Raggiunto telefonicamente da Ottopagine.it mentre sta facendo ritorno in Italia, l'allenatore pugliese ci ha raccontato le sfumature della splendida parentesi appena mandato in archivio.

Racaniello, con il 3-0 in favore della Serbia, nella serata di ieri, l'Austria ha salutato gli Europei con il bottino di un solo punto in classifica in un girone, comunque, molto competitivo. Qualche rimpianto sotto il profilo dei verdetti del campo?

“Di rimpianti ne abbiamo, è innegabile. Ci aspettavamo qualcosa in più rispetto alla grande mole di lavoro sviluppata nella preparazione all'Europeo. Però, essersi qualificata per la kermesse continentale è stato già un grande traguardo per la nazionale austriaca.”

Per lei, giovane coach pugliese, cresciuto a pane, pallavolo e scouting, cosa ha significato poter essere parte di questo grande evento?

“Ho vissuto un'esperienza fantastica sotto tutti i punti di vista. Respirare aria di volley internazionale e confrontarsi con nazionali di alto livello, che non lasciano davvero nulla al caso sotto il punto di vista tecnico e tattico, sicuramente ha accresciuto il mio bagaglio professionale. Farò tesoro di tutto quello che ho imparato per il prosieguo della mia carriera. Ho, soprattutto, avuto la riprova che con l'impegno, serio e costante, si possono realizzare i propri sogni.”

Ci tolga una curiosità. Come si è ritrovato a far parte dello staff austriaco?

“La possibilità si è concretizzata nel luglio del 2018. L'Austria cercava uno scoutman, il lavoro svolto negli anni, in Italia e non solo, ha fatto sì che a Vienna arrivassero ottime referenze sul mio conto. Hanno valutato il mio profilo e sono stato contattato dalla Federazione. Ricordo ancora quando ho ricevuto la chiamata per comunicarmi dell'opportunità. Ovviamente, ho colto al volo l'occasione, senza pensarci su due volte.”

Anche fuori dal campo, momenti che magari non avrebbe mai immaginato di vivere. Un esempio? Quando il presidente della Repubblica vi ha ricevuto prima della partenza alla volta del Belgio e le ha riservato un'accoglienza calorosa...

“Un'emozione indescrivibile, che potrò raccontare ai miei figli. Essere ricevuti da un presidente della Repubblica, stringergli la mano, dialogare con lui, è motivo di grandissimo orgoglio. Il presidente Van der Bellen mi ha chiesto di che zona fossi dell'Italia, ha speso splendide parole nei confronti della Puglia e del nostro Paese, poi mi ha detto che siamo un popolo fortunato ad avere un punto di riferimento di grande spessore politico e umano, qual è il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.”

E ora, ripartirà dalla Serie B. Per lei, quasi irpino d'adozione, si tratta di un ritorno dopo il triste epilogo della precedente esperienza con l'allora Sidigas Atripalda. Dalla gioia per il trionfo in Coppa Italia di Serie A2, a Milano, il 30 dicembre 2012, seguendo le orme di un corregionale che in Irpinia ha lasciato il segno, coach Michele Totire, all'oblio sportivo di un progetto che sembrava destinato a regalare la Serie A.

“All'epoca, chiusa una porta si apri un portone con l'approdo in Francia, al Lione, con Silvano Prandi. Non è, però, possibile dimenticare il periodo traumatico vissuto ad Atripalda. Lasciare tutto a poco meno di un anno da quel trionfo tricolore, senza certezze sul mio futuro nel volley e dopo aver conquistato finalmente un posto in panchina accanto a un grande allenatore, che avrebbe potuto continuare a insegnarmi tanto, è una ferita che solo il tempo ha parzialmente rimarginato.”

Per chiuderla definitivamente, quella ferita, a lei il timone di comando dell'Atripalda Volleyball 2014, sorta proprio dalle ceneri di quella forte quanto sfortunata squadra.

“Non ci poniamo obiettivi di classifica, l'unico obiettivo sarà sudare giorno dopo giorno in palestra. La disponibilità di tutti al sacrificio è la condizione indispensabile per fare bene. Solo così potremo raccogliere dei risultati. Sono molto soddisfatto del gruppo che è stato allestito: sembrerà una frase fatta, ma c'è il giusto mix tra giovani e meno giovani. La campagna acquisti è stata gestita in modo intelligente dal direttore sportivo Pesa. Non mi resta, con l'aiuto dei ragazzi, che ripagare la fiducia che il club ha riposto in me, nello staff e negli atleti stessi. Non vediamo l'ora di scendere in campo.”

Nella foto in apertura coach Francesco Racaniello con il presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen. In basso il pullman della nazionale austriaca.