Arianese di nascita, adottata dalla Costiera Amalfitana, a Maiori, cittadina per la quale ha dimostrato un amore viscerale concretamente, Adele Filomena è considerata una delle artiste più apprezzate nel Sud Italia.
Si è avvicinata alla fotografia nel 1993 quando ha iniziato a collaborare con suo marito, fotografo cerimonialista.I primi anni ha dedicato tutte le sue energie in questo settore inserendo qualche scatto “artistico”, cioè inusuale, nei reportage di matrimonio.
Il suo amore per il teatro l’ha portata a collaborare per oltre un decennio con varie associazioni teatrali salernitane, ed è allora che ha deciso di specializzarsi e mettersi in gioco.
Un cammino davvero affascinante quello di Adele. Intraprende gli studi alla Libera Accademia di Arti Visive di Firenze, prediligendo la fotografia di spettacolo ed il mondo delle arti performative in generale, poiché crede che quello del teatro sia uno dei linguaggi più complessi ed espressivi messi a punto dall’uomo: un avvenimento culturale articolato in cui parole, suoni, gesti, movimenti, scenografie, luci, s’intrecciano al fine di offrire al pubblico una storia, una rappresentazione simbolica della realtà, in altre parole una visione, un’immagine del mondo. Nello sguardo dello spettatore, infatti, si concretizza lo sforzo della messa in scena così come nello sguardo del fotografo affiora l’immagine da scattare. Seguendo questa direzione sceglie di diventare fotografa di scena, rivolgendo la sua attenzione al teatro contemporaneo e alla danza, sforzandosi di saperlo raccontare, dando il giusto peso ai gesti, agli sguardi, alla scena, cercando anche di catturare le vibrazioni, le reazioni di chi siede in platea. Con altri fotografi è socio fondatore dell'associazione culturale fotografi per lo spettacolo con sede in Correggio sotto la presidenza del maestro Massimo Agus.
Presto però si accorge che c’era sempre qualcosa che le sfuggiva. Così ha dato inizio ad un nuovo percorso di ricerca sia sul piano tecnico che per i temi affrontati.
La figura umana con la sua identità ed emozione è diventata il suo nuovo percorso di viaggio. A ciò ha aggiunto la sperimentazione di stampe su diversi supporti e materiali, la maggior parte nell’atemporalità del bianco e nero.
“Nelle immagini che scattiamo c’è qualcosa di noi, durante il lavoro si toglie o si aggiunge, fino ad arrivare ad una personale visione. La maggior parte dei soggetti fotografati sono donne perché rappresentano l’altra me, i soggetti proposti possono sembrare usurati, ma gli stimoli sono fortissimi e non ho paura di cercare una mia traccia.”
Da tre anni collabora con il Laboratorio Studio e Sperimentazione Linguaggi Visivi del Liceo Mangino di Pagani, grazie anche al supporto dell’Associazione CostieraArte di cui fa parte, affrontando e sperimentando con i ragazzi un tema attualissimo come la Mobile Photography.
Nel 2018 ha vinto il premio Spoleto fotografia con l’opera “Preghiera”, láddove in uno solo ha incarnato i mille volti di tutti i migranti che cercano disperatamente la salvezza.
Le sue mostre:
2009 Occhi di Scena San Miniato (Pi), 2010 Teatrika Complesso Monumentale Santa Sofia Sa, 2011 Impressioni Teatrali Complesso Monumentale Santa Sofia Sa, 2011 Tutto Collettiva Galleria Tannaz – Firenze, 2012 Il Gioco Serio del Teatro Complesso Monumentale Santa Sofia Sa, 2012 Scene Istantanee – Scalarte – Scala (SA), 2013 Manifestiamoci - Complesso Monumentale S.Sofia Sa, 2014 CostieraArte – Palazzo Mezzacapo –Maiori (Sa), 2014 Spoleto Festival art Chiostro San Francesco Spoleto 2016 Premio Marc Chagall “ Maison d’Arte” – Padova, 2016 Premio Nazionale “San Marco” Città di Venezia, 2016 CostieraArte – Palazzo Mezzacapo –Maiori (SA), 2016 Spoleto festival art– Palazzo Mauri – Spoleto (Pg), 2017 Vinarte Complesso Monumentale S.Sofia –SA, 2017 Forme e Colori Palazzo Mezzacapo –Maiori (Sa), 2017 Eburum - Eboli, 2017 Spoleto festival art – Spoleto (Pg), 2018 Firenze Spoleto Meeting Art, 2018 Premio Spoleto per la Fotografia con l’opera “Preghiera”.