Giffoni Valle Piana

Produzione in calo ma prezzi in aumento per la nocciola Tonda di Giffoni, una delle cultivar italiane più pregiate. La raccolta è in forte ritardo a causa delle ripercussioni del maltempo nel periodo primaverile che ha rallentato la fioritura. Attualmente siamo al 50 per cento della raccolta con prodotto quasi completamente fuori calibro, destinato per il 90 per cento alle aziende di trasformazione. Le stime sono di Coldiretti Salerno. 

Quest’anno la produzione si aggira intorno ai 5-6 quintali per ettaro raccolti - spiega Angelo Petolicchio, dirigente di Coldiretti, fondatore della Cooperativa Tonda di Giffoni e del Consorzio di Tutela Nocciola di Giffoni Igp – la qualità è molto elevata, il frutto molto grande, con una resa in sgusciato pari al 47-48% (ovvero la quota di prodotto edibile rispetto al peso complessivo compreso di guscio)”. Buone notizie per i prezzi: dalle prime quotazioni, si arriva ai 6,8 euro al chilo sullo sgusciato che – tradotto per l’agricoltore - significa circa 300 euro a quintale in guscio. “Le quotazioni sono molto più alte dello scorso anno – conferma Petolicchio – ma la redditività è bassa a causa della limitata produzione. Attendiamo comunque l’evoluzione dei mercati: la raccolta è ancora in corso e si concluderà entro la fine di settembre”.

La Campania conserva il primato nazionale sia in termini di superficie e sia in termini di produzione con la Tonda di Giffoni  che rappresenta il 90% della produzione salernitana totale di nocciole, coltivata su circa 2600 ettari. “La filiera corilicola salernitana ha tra i suoi punti di forza la vocazionalità delle aree, le produzioni di ottimo profilo qualitativo e la forte richiesta delle industrie di trasformazione - spiega il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano - però rimangono ancora alcuni punti deboli della catena tra cui la bassa produzione, l’eccessiva frammentazione dell’offerta e i costi di produzione decisamente più elevati rispetto ai concorrenti esteri.

Il nostro mercato subisce la forte concorrenza della Turchia che quest’anno ha registrato una produzione molto elevata che, unita a una manodopera molto più bassa della nostra e senza i rigidi vincoli e controlli imposti nell’Unione Europea – crea distorsioni nei mercati. Siamo comunque soddisfatti dall’annata 2019 che rischiava di subire forti danni dal maltempo primaverile ma invece ha risposto in maniera positiva e con prezzi che soddisfano le richieste dei nostri agricoltori”.