Gira, con tutti i crismi della perfetta “Fake News” e della bufala un post sui social che vorrebbe truccato il concorso bandito dalla Regione Campania, con le selezioni che partiranno il due settembre.
Un post di una presunta giovane che denuncia il suggerimento di “pagare 10mila euro” per avere il posto ma già qui c'è il primo problema: del post originale non vi è traccia, ma sui social, dopo svariate ricerche, compare solo come “CONDIVIDO POST NON MIO”.


Per quanto attiene al contenuto, il post racconta testuale: “Mi stavo preparando all’esame.
Come ad ogni esame, anche all’università, cerco di trovare colleghi per un normale supporto psicologico ed un confronto.
Ho incontrato la prima persona, entusiasta ho chiesto direttamente come stesse procedendo per la preparazione all’esame e quali erano gli argomenti di logica che sapeva meglio, in modo da farmeli spiegare perché io non li avevo capiti.
Mi guarda con una faccia un po’ divertita e un po’ infastidita dalla mia domanda, e mi dice: “ma tu non hai pagato per entrare?”.
Io pensavo scherzasse, e invece no. Mi stava proprio chiedendo quanto avessi pagato per comprare il lavoro per cui ho studiato, raccontandomi come aveva proceduto alla selezione e come sapeva già dove era assegnat*. 
Sfiduciata, chiudo il discorso e faccio finta di dimenticare, sperando vivamente di aver incontrato il primo ed ultimo raccomandato.
Dopo qualche settimana, ne parlo con una persona a me cara, chiedendo come avrei dovuto prepararmi al meglio per affrontare questo concorso.
Mi guarda e dice: “Paga 10.000€ e compra il posto.” Chiudo il discorso e faccio finta di non aver sentito.
Cerco di informarmi su gruppi che credevo più affidabili, pongo le stesse domande.
Mi viene risposto che se non pago la somma che mi viene richiesta a un tizio o un caio che di questi affari ne sa, ho poche possibilità di poter entrare. Mi viene detto che questa è la vita reale, che devo smettere di sognare e che se non ho un capitale da investire (con tanto di: “io investirei così tanto per un posto fisso di 1300€ al mese”) non ho speranze.
Ho paura del paese in cui vivo.
Ho paura di aver speso i soldi dei sacrifici dei miei genitori all’università tra libri, tasse e trasporti.
Ho paura di non aver scelto bene la facoltà, perché una Laurea in Scienze Politiche e Relazioni internazionali, che amo, fa accedere principalmente a concorsi pubblici truccati e comprati e decisi già a tavolino.
Ho paura di dover distruggere i miei principi etici e morali. 
Ho paura di investire altri soldi per la mia formazione in Italia.
Ho paura di dover distruggere i miei sogni.
Io ho mollato, non vado a farlo quel test.
Spenderò piuttosto quei 15/10.000€ per formazione e corsi a pagamento per poter accrescere il mio curriculum e andarmene dignitosamente e meritevolmente in un paese in cui studiare vale, in cui se studio, mi impegno, sono costante e amo quello che studio, mi premiano non solo a livello umano e professionale, ma anche a livello di salario. 20.000€ spesi in formazione, andranno a costituire uno stipendio molto più alto dei 1400€ presi in un posto fisso comprato in Italia.
Io ho mollato come stanno mollando tanti giovani.
Se questa è l’Italia che abbiamo creato, se l’Italia che tanto amo è capace di distruggere i miei sogni così facilmente, allora sarò una delle tante che molla, perché il mio futuro voglio costruirmelo con il mio sforzo e la mia lotta”.


Fa acqua da tutte le parti, naturalmente: una confessione di un caso conclamato di svariati reati che arriva “dalla prima persona incontrata”, altre confessioni all'acqua di rose che arrivano “in gruppi social”, inviti a pagare "tizio o caio" appunto, sui social, alla luce del sole,  reati gravi gravissimi “sputtanati” su Facebook e non denunciati alle autorità. Tutti gli elementi della classica bufala.