San Giovanni a Piro

Il telefono ritrovato distante dal corpo, forse scivolato via dopo la chiamata al 118 e ferite gravi alle gambe, tanto da concedere a Simon Gautier solo la forza di fare quella telefonata, confusa, con le sue ultime forze “ho male da morire”. Dopo il recupero della salma del giovane escursionista francese, morto in una scarpata nei pressi di San Giovanni a Piro in Cilento, si sta cercando di ricostruire cosa è accaduto nelle sue ultime ore di vita e perché il 28enne non abbia più risposto alle tante telefonate di chi lo stava cercando. Avrebbe perso i sensi poco dopo aver lanciato il suo disperato sos.

Da una prima analisi sul corpo, effettuata all'ospedale di Sapri, è emerso come la frattura di una gamba, in particolare, avrebbe rescisso l'arteria femorale e di conseguenza avrebbe causato un'emorragia, tale da ucciderlo in poco tempo. Solo l'autopsia, che sarà effettuata nelle prossime ore, fornirà un quadro completo e chiarirà le cause del decesso. Intanto non si placano le polemiche sui soccorsi, sul perché ci siano voluti ben 9 giorni per ritrovare il corpo di Simon.

Lo stabilirà un'inchiesta della procura di Vallo della Lucania che chiarirà se i soccorsi siano partiti in ritardo. Il corpo, in uno stato avanzatissimo di decomposizione, si trovava in una zona impervia, fuori dai sentieri. “Non so dove mi trovo, vedo il mare” aveva detto Simon durante la sua chiamata, sperando che qualcuno potesse ancora aiutarlo.