San Giovanni a Piro

A distanza di una settimana di cui non si hanno più notizie di Simone Gautier, montano le polemiche sui soccorsi. A cominciare dalle 28 ore trascorse per far decollare l’elicottero impegnato nelle operazioni tra Scario, San Giovanni a Piro e Cala degli Infreschi. La vicenda dell'escursionista transalpino sta diventando anche un caso diplomatico.

La madre di Simon, Delphine Godard, in una intervista al quotidiano francese Le Figaro ha puntato il dito non solo sui ritardi, ma anche sulle poche persone impegnate nelle ricerche del figlio disperso. Nel mirino, ad esempio, le 28 ore trascorse per attendere il decollo dell'elicottero che ha sorvolato la zona, un'area di montagna impervia e difficille da attraversare. 

Di qui la richiesta della signora Godard alle autorità francesi e italiane di mobilitare personale esperto per situazioni del genere. "Abbiamo bisogno di spelologi, di alpinisti o di pompieri formati per la montagna, capaci di andare anche nelle zone inaccessibili. Malgrado la loro buona volontà e il loro aiuto, i soccorsi italiani sono troppo pochi per esplorare questo settore", le parole scandite al quotidiano francese.

Sulla vicenda si sta muovendo anche il Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri transalpino, che è in stretto contatto con i colleghi italiani.

Una corsa contro il tempo per salvare il 27enne, che vive a Roma da due anni per scrivere una tesi di storia dell'arte. L'ultima traccia che ha lasciato è questo drammatico audio, estrapolato dalla telefonata con la richiesta d'aiuto al 118.