Avellino

L'Avellino è diviso a metà tra due realtà: la prima è rappresentata dell'ottimismo lasciato in eredità dal 2-2 sul campo della Paganese, nell'esordio stagionale in gara ufficiale, dopo un luglio in apnea per la crisi societaria targata Sidigas. Solo undici giorni di allenamento nelle gambe, ma una rosa ed una squadra che, seppur palesemente da completare, ha fornito sia a livello di colletivo, sia di singoli, tra giovani e calciatori di esperienza, segnali incoraggianti, evidenziati in conferenza stampa dal tecnico Giovanni Ignoffo; la seconda dal futuro del club, sempre in bilico, che, doverosamente, non può e non deve passare in secondo piano per l'euforia di un paio di gol e di un gruppo che si sta dando da fare per recuperare il gap di preparazione accumulato per cause di forza maggiore.

Domenica (ore 17,30) c'è il Bari per la terza e ultima giornata del girone I di Coppa Italia di Serie C; il 25 agosto, sempre al “Partenio-Lombardi”, la "prima" in campionato contro il Catania, ma la navigazione garantita ai tifosi dell'attuale proprietà resta a vista: ottobre è troppo vicino per dormire sonni tranquilli.

E, allora, proprio per rispetto dei tifosi, che anche ieri hanno risposto "presente" seguendo in 300 unità i lupi al “Torre”, la guardia va tenuta alta (la fiducia va conquistata e l'ingloriosa fine della Scandone non può finire un dimenticatoio, ndr) ponendo almeno un paio di interrogativi.

Si parla dell'imminente arrivo di due sponsor da 600mila euro per garantire liquidità utile, in primis, al pagamento del primo trimestre di stipendi: quando saranno presentati? E ancora: il capitolo relativo alla cessione del club, ha nuove pagine, da raccontare alla piazza, o i rumors relativi alla possibilità di continuare oltre la deadline, comunicata dalla stessa dirigenza, fanno seguito a effettive svolte in vista? Se sì, quali?

In attesa che De Cesare decida o possa aver modo di fare chiarezza pubblicamente, guai a lasciarsi narcotizzare dal calcio giocato. Perché se è vero che era importante partire, avere certezze, concrete, sul prosieguo, lo è decisamente di più.