Avellino

«Come se la passano le biblioteche avellinesi? All’approssimarsi del nuovo anno è una domanda che riteniamo giusto porci» E' dall'hic et nunc del contesto culturale che parte la riflessione del Presidio del Libro di Avellino diffusa ieri in un comunicato stampa. Il Presidio del libro è impegnato da tempo per la promozione della lettura e dell'accesso a quei luoghi ad esso preposti. Un bilancio positivo grazie ad un impegno costante, condiviso talvolta con altre vivaci realtà culturali provinciali, che ha offerto alla città momenti di incontro con autori come Antonio Moresco in estate, esperti come Antonella Agnoli e Giovanni Solimene; il gruppo di lettura presso la bibloteca comunale “Nunzia Festa”. «Siamo consci che il nostro è un lavoro importante, ma limitato, basato sulla buona volontà e passione di singoli cittadini e addetti ai lavori. Sentiamo il nostro impegno come una responsabilità verso i nostri concittadini e per questo crediamo che la stato delle biblioteche in città e le principali criticità presenti vadano rese note» Nella riflessione un pensiero è rivolto alla situazione preoccupante della  biblioteca provinciale “Scipione e Giulio Capone”. Che va incontro a serie difficoltà «a causa della riforma delle provincie della ridefinizione delle competenze di questi enti»Ma i problemi non finiscono qui: ci sono anche le biblioteche comunali. Come il problema della « riorganizzazione del personale del comune di Avellino si è deciso di togliere quello assegnato alla biblioteca del centro sociale “Samantha Della Porta”, destinandolo ad altri incarichi». Ma ci sono anche luoghi “felici” come il Centro di ricerca Guido Dorso che « vive un evidente momento di rinascita, frutto degli sforzi del presidente Sabino Cassese, in carica dall’estate 2013. Un lavoro, quello svolto da Cassese e dal personale del Centro, che va sia nel senso di notevoli e frequenti iniziative, oltre che nella ricerca di risorse che rendano possibile un rilancio ancora più deciso delle attività del Centro con sede nel palazzo Victor Hugo».La riflessione tenace e necessaria termina con un forte riverbero di speranza:«non amiamo la retorica della cultura maltrattata e vilipesa, speriamo però che questo nuovo anno sia utile sia ad avere più attenzione da parte dei nostri concittadini, che un’azione più concreta ed efficace da parte dei rappresentanti delle istituzioni in tal senso. Le biblioteche e la qualità dei servizi possono essere importantissimi nel rendere più coese le nostre comunità, oltre che fondamentali nella vita quotidiana di tutta la cittadinanza»