Sant'Agata de Goti

E mai come adesso, il grido d'allarme deve essere più forte. Date un campo di gioco alle neopromosse. Dopo tanto sacrificio, sia da parte delle squadre che hanno praticamente sempre giocato fuori casa, che da parte dei tifosi che hanno vissuto una stagione in viaggio, ora serve tornare a casa. Bisogna sentire il profumo della propria terra e cercare di imporre il fattore campo. Un grido forte per società che si apprestano a vivere la prossima difficile stagione con l'obiettivo di non poter mollare punti per strada, pena il ritorno da dove si è arrivati.

E allora pensiamo a Virtus Goti e Sporting Pietrelcina, le ultime due in ordine di tempo, ma i casi potrebbero essere realmente tanti. Ci fermiamo alle ultime due, i casi più eclatanti di compagini che hanno dovuto fare un grande sacrificio (lo Sporting) oppure che aspettano da tempo immemore (la Virtus)

 

VIRTUS GOTI – La vittoria dello spareggio, roba di 24 ore fa, è qualcosa di troppo grande per poter passare inosservata. Il tutto ottenuto senza aver il beneficio del fattore campo. Giocare sempre distanti da casa non è facile, essere ospiti di altri comuni, anche se ben contenti di farlo, può diventare un problema alla lunga, specie quando le due realtà, e non è questo il caso anche se potrebbe esserlo fra qualche anno, si trovano nella stessa categoria. E poi, e questo è un diritto, bisogna avere il proprio punto di riferimento, la casa dove poter fare la voce grossa con i propri tifosi alle spalle. Il sindaco Valentino ha rassicurato tutti, la Virtus Goti avrà la struttura il prossimo anno. Ora, più di prima, serve che questa parola sia mantenuta, che il sogno cullato per anni, diventi la realtà. Potrebbe essere il regalo che l'amministrazione fa alla sua squadra dopo la vittoria del campionato. Perchè, e questa è una cosa che troppo spesso viene dimenticata, nel bene e nel male, la Virtus Goti ha sempre rappresentato Sant'Agata prima di ogni cosa.

 

SPORTING PIETRELCINA – Il caso dello Sporting Pietrelcina è meno datato, se così si può dire, rispetto a quello della Virtus, ma il diritto alla casa ha lo stesso peso. La società del presidente Maioli doveva avere la sua struttura prima della fine dello scorso anno, doveva fare un po' di sacrifici per la prima parte affrontando le sfide casalinghe a San Marco. L'esilio è durato, invece, un anno intero. Un'intera stagione vissuta nel centro fortorino, in casa della maggiore concorrente per la promozione in Prima categoria. Nessuna paura, però, i ragazzi di Forgione hanno portato a termine l'obiettivo, hanno tenuto a distanza le avversarie, hanno tagliato il traguardo della vitttoria. In contemporanea, veniva posato il manto erboso, ma con largo ritardo rispetto a quanto ci si aspettava. Ora l'attesa, rispetto a Sant'Agata, sembra finita, la Prima categoria potrà essere giocata in casa propria e tutti sanno quanto è importante il fattore campo per una formazione che deve salvarsi.

 

TUTTI A CASA – E ora la speranza è che si possa tagliare questo nastro, che si possa finalmente mettere piede nella propria abitazione, farsi forte della spinta dei propri tifosi. Un atto dovuto nei confronti di squadre che hanno vissuto una stagione da nomadi ma hanno onorato e portato in alto il nome del proprio centro di rappresentanza. Adesso serve fare un regalo. Quanto prima.

Fabio Tarallo