(Antonio Basile) - Quest’oggi ricorre il cinquantenario di una immagini più rappresentative della storia della musica mondiale: Abbey Road dei Beatles. Era l’8 agosto del 1969, quando il gruppo londinese veniva immortalato dal fotografo scozzese Iain Macmillan, in quella strada di Londra divenuta da allora celebre e chiamata, appunto, Abbey Road.
La foto scattata lì quel giorno sarebbe poi diventata l’iconica cover dell’album che avrebbe preso il titolo dalla strada stessa. Sulla copertina nessun nome, né quello di Beatles né quello dell’album, solo la foto: chiaramente la band più famosa al mondo non aveva bisogno di presentazione alcuna.
Teatro di tante fatiche e di una sfolgorante carriera, Abbey Road era la sede dello studio EMI dove i Beatles si recavano per le loro sessioni di registrazione. L’idea della copertina fu abbozzata da Paul McCartney su di un foglietto, dato poi al fotografo come linea guida. Eppure ottenere lo scatto giusto non fu facile, ed i quattro dovettero attraversare svariate volte lo “zebra crossing” dove oggi i turisti spesso scimmiottano la foto che tanto l’ha reso famoso.
Così, mentre un vigile gestiva il traffico nelle vicinanze, la fotocamera Hasselblad di Macmillan poté scattare sei fotografie, tra le quali fu lo stesso McCartney a scegliere la quinta. In quest’ultima i membri della band, oltre a camminare in sincronia, attraversano la strada da sinistra a destra come a voler allontanarsi dallo studio, situato appunto sulla sinistra. La scelta non era affatto casuale, ed il segnale era chiaro: John, Ringo, Paul e George erano stanchi di essere i Beatles, e si preparavano a dire addio a quel nome.
Già da tempo i Fab Four desideravano sciogliere il gruppo, tanto che quella che sarà la loro ultima performance dal vivo, il celebre Rooftop concert, risale al 30 gennaio del ’69. Abbey Road, undicesimo album della loro carriera, sarebbe quindi stato l’ultimo che avrebbero prodotto con la band ancora integra (quando nel 1970 sarà pubblicato l’ultimo album, Let It Be, il quartetto sarà già sciolto).
Tutt’oggi l’album rappresenta per molti un giro di boa, la fine di un’epopea musicale che può solo parzialmente rivivere nelle registrazioni di quei magici anni. Anni in cui i Beatles non si limitarono a scrivere canzoni, bensì riscrissero la storia della musica e dei generi musicali, rappresentando la sublimazione musicale di quella ribelle Beat Generation insita nel loro nome.