Mario Lo Conte se n’è andato e questa volta per sempre. Dopo aver combattuto fino alla fine con fede, silenzio, compostezza e rassegnazione la sua malattia devastante, si è arreso.
E lo ha fatto nel luogo a lui più caro, la sua casa, sotto la grande croce e accanto al centro di spiritualità, pregate pregate da egli creato, all’ingresso del paese a Montecalvo Irpino, in cui ha sede la cappella dell'Abbondanza con la fonte di acqua benedetta, grotta di Lourdes, il presepe permanente, la via gloriosa di San Pompilio, il Calvario, la grotta dell'Arcangelo Michele, la croce luminosa e la sala conferenze.
Un calvario durato alcuni mesi, da una struttura sanitaria all’altra, vissuto con grande sofferenza nella preghiera da Mario, circondato dall’affetto della famiglia e dei suoi amici più cari.
Una storia la sua che aveva fatto molto rumore alla fine del gennaio scorso e finita sotto i riflettori nazionali, grazie ad una sua unica intervista rilasciata a Ottopagine e Canale 696 a San Giovanni Rotondo da un letto d'ospedale. E in un contatto telefonico con Marco Liorni, a Italia Si aveva detto: "Lasciamo da parte Padre Pio, parliamo di Gesù. Il caso mio, lo attribuisco a Dio. E’ un suo dono".
Come si ricorderà, i suoi familiari, si stavano apprestando a vegliarlo sul letto di morte e ad organizzare il suo funerale ma lui sbalordì tutti alzandosi e riaprendo gli occhi. Mario Lo Conte, 74 anni, di Montecalvo Irpino, in provincia di Avellino, ci raccontò con gli occhi pieni di lacrime quanto accaduto. https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=5TCzHwSk_ao&feature=emb_title
“Ero andato a fare spesa in paese – ci disse - avevo avuto un malore ed ero stato trasportato in ospedale ad Ariano Irpino. Il ricovero, poi il ritorno a casa, perché per me non c’era più nulla da fare. Morto, non restava che organizzare i funerali e portarmi al cimitero. Era stato contattato anche il prete. Ma all’improvviso, questo mi è stato raccontato poi dai miei familiari, mi sono rialzato. Ho visto la croce di Cristo dinanzi ai miei occhi, poi non ricordo più nulla. Come se qualcosa si fosse azzerato. Oggi mi ritrovo da vivo in un letto d’ospedale qui a San Giovanni Rotondo, circondato dall’affetto straordinario del personale medico ed infermieristico e senza voler essere presuntuoso, penso ad una sola cosa: Credo che Dio mi ha fatto questa grazia. Sono credente, sereno e accetto le sofferenze. Dio è un padre, giusto e misericordioso che vuole bene a tutti. Peccato che molti uomini, si lasciano ingannare e rubare la fede dal demonio.”
Nove anni in Svizzera come imbianchino ed altri lavori stagionali. Poi pensionato, si era è sempre occupato di autoricambi. Sacrifici ed opere di bene. Non sposato, quattro sorelle e tre fratelli, un altro purtroppo venuto a mancare. Persona semplice e umile come del resto la sua famiglia.
Un uomo semplice e dal cuore buono Mario, sempre pronto ad adoperarsi per gli altri. Ci aveva promesso di farci visitare insieme a lui, non appena si fosse ristabilito fisicamente, quell’oasi di pace a San Vito, un luogo consacrato e tanto caro al popolo montecalvese. Ma, purtroppo, non c’è stato tempo. Domani alle 16.30 nella chiesa di San Bartolomeo a Montecalvo gli verrà rivolto l'ultimo affettuoso saluto.