Nusco

Un papà che decide di rifiutare l’intervento chirurgico, che avrebbe imposto e comportato il sacrificio di una delle sue due bambine, le piccole gemelline siamesi che stanno commuovendo il mondo intero.

Insieme fino alla fine e con un destino comune le gemelline siamesi Marieme e Ndeye. Le piccole condividono l'apparato digerente, il fegato e hanno solo tre reni. Il loro papà dal suo Paese è volato a Londra per cercare di dare speranza alle figlie ma in ospedale, al Great Ormond Street, gli hanno detto che solo una delle due sarebbe sopravvissuta alla separazione. La storia delle piccine e del loro papà Ibrahima Ndiaye ha fatto il giro del mondo. All'uomo, ex manager senegalese, era stato detto di dover scegliere quale delle due figlie salvare durante l'intervento chirurgico che le avrebbe separate per sempre. Ndiaye ha preferito non prendere decisioni, spiegando come non si possa scegliere quale sacrificare. Una storia che ci riporta alla mente quella di 27 anni fa quella dei gemellini siamesi di Nusco, Beniamino e Mario di Conza che erano venuti al mondo uniti dal tronco in giù, «gemelli a ipsilon», un caso ogni cento anni. Durò sedici ore a Londra in quello stesso ospedale dove sono oggi le piccine, l’ intervento del professor Kiely per il distacco di Mario e Beniamino, siamesi. Un miracolo, un prodigio dell’alta chirurgia, che riuscì a separare i piccoli, offrendogli un futuro possibile, comunque. Un sogno infranto, purtroppo, quello dei gemelli separati per un tragico caso del destino.

Mario Di Conza, uno dei due siamesi di Nusco, morì infatti soffocato due anni dopo e il suo fratellino Beniamino ha vissuto da solo, ricordando spesso quel fratello perso troppo presto. Aveva compiuto due anni con il fratello Beniamino , poi il dramma. Oggi Beniamino ha 27 anni, e ne avrebbe avuti altrettanti suo fratello se avesse continuato a vivere.

L'avventura di Mario e Beniamino era cominciata nell'ospedale di Bisaccia. Venuti al mondo  in quel piccolo presidio furono subito trasferiti al Santobono di Napoli, dove a poche ore dalla nascita furono sottoposti a intervento chirurgico per la ricostruzione dell'ultimo tratto dell'intestino. Il primo di una serie di interventi che hanno segnato la vita dei piccini della provincia di Avellino. Un caso più che raro, il loro. Avevano in comune fegato, reni e apparato genitale, dall'ombelico in giù erano uniti in un corpo solo. Al polo pediatrico napoletano restarono ricoverati fino al 6 giugno ' 93. Poi, il volo a Londra e l' intervento che assicurò loro la sopravvivenza e l' indipendenza l' uno dall'altro. Il primo settembre di quell’anno il mago del bisturi britannico Kiely li tenne in sala operatoria per oltre sedici ore per l' intervento al quale si alternarono cinque équipe mediche.

Tornarono a casa un anno dopo la separazione. Li avevano festeggiarono in tanti, nella casetta di contrada Fiorentino, una borgata alle pendici dei monti Picentini. Una grande torta con sopra due candeline: un miracolo durato due anni. Poi il dramma che volle che il piccolo Mario per quella tragica fatalità non sopravvivesse. Ma Beniamino va avanti con la sua famiglia e una forza unica, lui un ragazzo speciale. Gli sentono dire spesso che sarebbe bello ci fosse anche Mario, il suo gemello siamese.