San Gregorio Magno

Gian Piero Ventura, dopo sedici giorni di ritiro, traccia un bilancio del lavoro svolto a San Gregorio Magno:

Sono soddisfatto. siamo partiti dopo un'annata nella quale sono successe un sacco di cose. Prima di parlare di squadra bisognava creare i presupposti. Questo è stato il primo lavoro che abbiamo provato a fare insieme. E di questo sono abbastanza soddisfatto. Poi c'era la necessità d'iniziare a lavorare con un gruppo di giocatori e li ringrazio per la disponibilità che mi hanno dato. Sotto l'aspetto del lavoro, eccezion fatta per chi ha avuto qualche problemino, credo che tutti abbiano seminato per avere una buona condiizone. Sono soddisfatto di quello che è stato fatto in questi dodici giorni. De Patre, con il quale ho vinto tre campionati consecutivi, mi faceva fare una riflessione. “Noi dopo un mese eravamo molto, molto più indietro rispetto a questa squadra”. Questo lo devo alla disponibilità di questi ragazzi. Adesso c'è il passaggio successivo che è quello della personalità. Stiamo lavorando in questo senso. Credo che ci siano i presupposti per fare qualcosa d'importante.

Cosa mi aspetto?

La squadra non è completa, la società lo sa, aspetto. Non faccio mercato. Nel frattempo lavoriamo in modo che quelli che arriveranno troveranno già la pappa fatta. La società sa che avrei preferito iniziare il ritiro con una squadra fatta. 

Dove non è completa?

Direi in tutti i reparti 

Cerci?

Ha caratteristiche diverse da quelle degli altri calciatori che sono in gruppo. Non è detto che arrivi. Se prendiamo giocatori, devono avere una finalità tecnica. Non ho nessun ruolo fondamentale in questa trattativa. È un giocatore che mi ha telefonato e mi ha detto "c'è lei, sarei disponibile a venire". È reduce da due annate complicate, ha voglia di dare risposte. Teoricamente saremmo una di quelle squadre che potrebbe sfruttare la sua rabbia. Se viene Cerci alleno Cerci, se viene un'altra punta, la alleno comunque. È un giocatore che è sul mercato e ha dato la sua disponibilità a venire a Salerno.

Triangolare primo esame vero?

Non lo faccio diventare un test importantissimo, è un test. Stiamo lavorando molto, ci alleneremo anche giovedì mattina. È la prima partita che giochiamo a Salerno quindi sicuramente ci sarà la volontà. Domenica abbiamo giocato contro una squadra che era nettamente più reattiva di noi. Io capisco la voglia che c'è, però la città deve anche sapere che per ritornare non si ritorna con proclami, parole o promesse ma solo con lavoro, conoscenze, personalità. Se vogliamo essere diversi, dobbiamo iniziare a pensare in maniera diversa. Dobbiamo creare i presupposti, partiamo da un anno che ha resettato tutto, bisogna ricominciare tutto. È un'occasione importante per Salerno e per la Salernitana. Sarei felice di essere ricordato come colui che ha riportato l'entusiasmo a Salerno.

Kiyine e Migliorini?

Kiyine ha le caratteristiche per fare il ruolo di esterno perché ha la possibilità di sviluppare le proprie caratteristiche. Son stato venti giorni a Verona, poi ho lasciato perché non c'erano i presupposti. L'ho fatto giocare in quel ruolo, è un giocatore di qualità che a volte in mezzo al campo si perde. In quelle tre partite fece molto bene. Credo che sia una grande occasione per lui, è stato acquistato dalla Lazio, nessuno gli vieta di ambire di essere un calciatore importante in serie A.

Migliorini e Billong sono due centrali. Ho chiesto a entrambi se, in caso di emergenza, sono disponibili a giocare in altra posizione e lo sono.

Cosa migliorare?

Direi tutto. Io dico sempre ai giocatori di farsi delle domande. Chi siete, cosa volete diventare e cosa volete fare per diventarlo. È evidente che se vuoi essere una squadra devi costruire una struttura. L'esempio che faccio è quello della Spal. Non è attraverso l'acquisto dei giocatori che vinci ma attraverso l'inserimento dei calciatori in un contesto che è inattaccabile. Qui c'è da costruire tutto, con calma e senza mettere stress ai giocatori. 

Superate le negatività?

Questo lo vedremo. È chiaro che contano i fatti, al primo errore, alla prima difficoltà, alla prima sconfitta puoi andare in difficoltà. Se fai parte di una squadra, il problema è secondario. Ma se sei un singolo, sei in balia delle onde. Fa parte di un discorso di crescita all'interno del gruppo. Quanto siamo o sono bravi a seminare. Se hai conoscenze e una squadra che ti supporta credo che saremo in grado di sopportare ogni cosa. I tifosi che sono venuti qua chiedono tutti la stessa cosa e sono le stesse che chiedo io: impegno, maglia sudata, hanno chiesto di onorare la maglia. Su queste cose posso garantire, se mi chiedessero la Champions League non garantirei.

Quanti calciatori mancano?

Minimo due ma anche tre. Ma se oggi mi dicessero che c'è un giocatore che è stato sotto il livello degli altri, direi che non c'è. Si sono comportati tutti con grande disponibilità e serietà. Poi come tutte le cose del calcio c'è una società che decide, ci sono dinamiche di mercato.

Ha sentito Lotito?

L'ho sentito, sarei un maleducato se non l'avessi sentito in quindici giorni. Il presidente e il direttore sanno benissimo quello che serve. Lo sanno tutti. E oltretutto condividono. Tra un giocatore raggiungibile con disponibilità e uno meno raggiungibile con presunzione, preferisco i primi. Una volta che integriamo correttamente il gruppo, possiamo ritagliarci anche uno spazio importante.  

A che punto è la squadra?

Saremo sì e no al 30% di quello che possiamo fare. È inutile fare dei pastrocchi per la fretta di andare.

Casasola?

Non è successo niente. Ho avuto un colloquio e ho cercato di spiegargli qual era la strada per diventare un calciatore importante. Lui mi ha detto "la ringrazio". Il giorno dopo il procuratore ha chiamato e ha detto "come si è permesso di parlare così con Casasola". È evidente che c'è qualcosa che non va. Un procuratore non può determinare il futuro di una società. Non è successo niente di che. 

Di Tacchio?

Per ora è lui il playmaker perché c'è solo lui. Sarebbe opportuna un'alternativa anche per essere pronti in caso d'infortuni.