“Non sono un commissario ad acta, sono stato nominato per svolgere il ruolo di segretario”. Così ha esordito il neo commissario del Pd di Avellino, Aldo Cennamo, inviato dal Nazareno per fare quasi un miracolo: ricomporre una forza politica che si è autodissolta nel correntismo, logorata da mesi di contrapposizioni feroci e da una campagna elettorale violenta che ha lasciato sul campo morti e feriti. Ora si alza bandiera bianca. È il momento della tregua. E per rimettere in sesto il Pd di Avellino, Cennamo è stato dotato da Zingaretti di pieni poteri.
Oggi l'insediamento a Via Tagliamento alla presenza di tutte quelle componenti che si sono fatte la guerra e tanti iscritti. Nella stessa sala abbiamo visto seduti fianco a fianco Gianluca Festa e Luca Cipriano, Enzo De Luca e Umberto del Basso de Caro, Rosetta D'Amelio Livio Petitto, Giuseppe Di Guglielmo, Michele Vignola, Michelangelo Ciarcia, Franco Russo, Toni Ricciardi, Laura Nargi e molti altri.
«Il mio compito è quello di riappacificare, riportare l'unità tra tutte le forze interne al Partito Democratico, promuovere il dialogo sulla base dei valori e degli ideali che caratterizzano i democratici”. “Non dobbiamo temere la verità, perché la verità ci illumina e ci dà coraggio – ha aggiunto Cennamo citando Aldo Moro – Il coraggio di dirci dove abbiamo sbagliato e quando ci siamo lasciati sopraffare dal correntismo, che è l'opposto del pluralismo”.
“Può darsi che ci sarà una nuova lotta fratricida – ha aggiunto - , ma il mio compito è ricondurre le varie forze alla ragione. Il correntismo si basa sull'autorerferenzialità, l'auto rappresnetazione, interessi lontani a una forza politica popolare e radicata come il Pd. È così che ci siamo ritrovati in questa città con un partito rappresentato in consiglio comunale a geometria variabile. Ma nonostante i nostri guai Avellino al voto ha dimostrato di avere innegabilmente un animo di centrosinistra. E noi adesso come rispondiamo?”
Da qui l'appello alla vigilia del consiglio comunale che dovrà votare le linee programmatiche del sindaco Gianluca Festa.
“Il processo di riappacificazione inizia domani. Non possiamo annullare la realtà ma compiere gesti importanti che diano il senso che una riflessione tra di noi è possibile e che una strada diversa si può percorrere, a partire dalla discussione di domani tutti insieme incominciamo ad alzare il tiro, un confronto sui contenuti che riguardano il governo di questa città. Possiamo anche avere idee differenti ma è importante confrontarci e portare il proprio contributo, guardare al bene di questa città. Animare una possibilità di dialogo che allo stato non ho registrato. Non si può cambiare tutto da un momento all'altro, ne sono consapevole. Ma anche dal punto di vista istituzionale dobbiamo dare un segnale che questo processo è possibile, abbiamo il dovere di farlo, questa è la via, non ne esiste un'altra”
Il congresso. Nelle parole di Cennamo non sarà un appuntamento vicino. “Ho proposto un percorso, ma se si deve convocare e poi registrare che i conflitti non sono risolti a poco servirebbe svolgere subito un nuovo congresso che ci riporta pari pari nella situazione coante”.
Con la prospettiva immediata delle elezioni regionali e con il concreto rischio di un voto per le politiche Cennamo dovrà riorganizzare una forza che di fatto si è auto lesionata, “ma non sono qui per fare miracoli” ha chiarito.
«Non ho poteri taumaturgici, sono napoletano ma non mi affido a San Gennaro. Preferisco affidarmi alla buona volontà delle persone. Partendo da qui possiamo gettare le basi per un percorso che dovrà essere accettato e condiviso da tutti. Discutiamo, parliamo con i circoli e con gli amministratori locali, confrontiamoci sulle vertenze locali e nazionali. Approfittiamo della pausa estiva per cominciare ad aprire un fronte. Iniziamo a misurarci con le tematiche al centro del dibattito nazionale. I temi che riguardano le persone: sanità, scuola lavoro. Apriamo un confronto con le associazioni, i sindacati. E poi un seminario sui temi dell'autonomia differenziata”.
Grande esperienza politica, Cennamo ha mostrato di conoscere profondamente le dinamiche del partito, chiede collaborazione, dialogo, ma nel contempo mostra un piglio deciso, sembra determinato a portare a casa il risultato. Al sindaco Festa in prima fila che si stava alzando per uscire a fare un'intervista il commissario ha chiesto senza mezzi termini di “rimanere seduto” e ha aggiunto” Abbiamo cose importanti di cui parlare qui, che ti riguardano”.
Festa è rimasto al suo posto, ha ascoltato, ha annuito. E come lui anche gli altri presenti che sembrano intenzionati a sotterrare l'ascia. Il primo banco di prova arriva tra qualche ora, nell'aula di piazza del Popolo. Dal voto sulle linee programmatiche sapremo se l'appello di Cennamo sarà stato ascoltato o se al contrario sarà caduto nel vuoto.