Cani alla catena, costretti a vivere, senza la possibilità di muoversi liberamente, privi di acqua e cibo, soprattutto nel periodo estivo.
L’ultima segnalazione arriva da Ariano Irpino in provincia di Avellino, dove è stato richiesto l’intervento urgente dei Vigili del Fuoco, in una zona impervia di Difesa Grande, tra folta vegetazione, rovi e arbusti nei pressi di un laghetto e una baracca abbandonata. L’animale ora finalmente in libertà nella vallata di contrada Tesoro, era lì da giorni, legato ad un paletto, con accanto un secchio contenente acqua putrefatta. Quando sono giunti sul posto i caschi rossi del distaccamento di Ariano, qualcuno, non si sa chi, forse intimorito dal loro arrivo lo avrebbe liberato da quell’inferno come pure non si esclude che l’animale possa essere riuscito da solo dopo vari tentativi a spezzare la catena. Difesa Grande non è l’unico caso del genere.
E’ di due giorni fa l’appello della Gadit di Avellino, che ha potenziato le pattuglie di vigilanza sul territorio, per combattere fenomeni del genere oltre all’abbandono indiscriminato di animali sul territorio.
Un episodio analogo a quello di Difesa Grande, è avvenuto nel Rione Martiri, nei pressi dell’Arena Mennea, dove la Polizia Municipale è intervenuta, intimando ad una famiglia di liberare dalla catena un cane in forte sofferenza.
Sono ancora troppi i detentori di cani che utilizzano questi metodi assurdi per costringere l’animale a rimanere in un’area delimitata. Ma forse non tutti sanno che dall’11 aprile 2019 vi è una legge regionale anche in Campania in merito della gestione del randagismo che vieta tutto questo. Uno strumento normativo che non può essere più ignorato e che riguarda anche la corretta gestione dei canili, dove è prevista la presenza obbligatoria di un addestratore. E inoltre, una banca dati a disposizione dei comuni, per monitore attraverso un funzionario dell’ente, ingressi, spostamenti e decessi degli animali.