Campoli del Monte Taburno

Tre nonne che diventano un modello di accoglienza. Tre anziane ritratte con tre bimbi di colore ospiti di un centro di accoglienza, a Campoli, paesino del Taburno noto per l'aria buona e le leccornie che spesso quelle stesse nonne producono.
Una foto che ha spopolato: tanti articoli, social impazziti tra condivisioni e interazioni, anche in negativo, coi soliti cattivisti a spare a zero e ovviamente “ad minchiam” (per usare un'espressione coniata dal compianto professor Franco Scoglio, indicante il parlare senza cognizione di causa). “Foto fatta apposta per pubblicizzare l'accoglienza buonista”, “Le nonne sono in posa” (nota la tendenza al selfie delle ultraottantenni influencer campolesi) “messaggio subliminale per propagandare il piano Kalergi massonico bldebergiano tramite scie chimiche e finti allunaggi (con l'anniversario solo poki giorni fa...koincidenzeeeee!!???!!!)”
In realtà la scena ritratta a Campoli è una sorta di costante nel Sannio e nelle aree interne, basta guardare ad altri piccoli comuni, da Petruro a Chianche, dove il modello illuminato proposto dalla Caritas, quello dei piccoli comuni del Welcome, ha fatto in modo che quelle nonne, spesso emblema di “non luoghi” destinati all'estinzione a breve tra spopolamento ed emigrazione, tornassero ad avere un senso.
E lo stesso sindaco di Campoli, Tommaso Nicola Grasso, spiega: “Ma quali pose e pubblicità? Campoli è questa, semplici cittadini hanno scattato, l'hanno postata e ha fatto breccia. Ma quella è una scena che si può notare spesso, chi conosce Campoli lo sa: siamo stati, con la precedente amministrazione, uno dei primi comuni a fare un progetto di Sprar, noi non ci siamo opposti e i cittadini hanno accolto positivamente gli ospiti di quel centro, creando un modello positivo di accoglienza. Tutto qua”.