Avellino

Adesso sì, l'Avellino è davvero a un bivio con l'auspicio, per i suoi tifosi, che non porti a un vicolo cieco. Dopo la conferenza stampa tenuta questa mattina dal sindaco di Avellino, Gianluca Festa, la Sidigas è spalle al muro: o cede all'offerta di D'Agostino, a meno di colpi di scena o nuove proposte a stretto giro di posta, o deve trovare le risorse per dare il via alla stagione 2019/2020, dato l'approssimarsi delle scadenze del prossimo 31 luglio, da rispettare per evitare di incappare in punti di penalizzazione in classifica ed ammende pecuniarie.

Ed è per questo che stasera, a Napoli, dovrebbe tenersi un vertice della proprietà per fare il punto sulla situazione e stabilire se ci sono i margini per continuare l'avventura in biancoverde, nonostante la piazza abbia abbondantemente manifestato il proprio malcontento nei confronti di Gianandrea De Cesare e Claudio Mauriello invitandoli a lasciare il timone della società.

La PEC spedita per conto di D'Agostino, che garantisce l'impegno a pagare 500mila euro per rilevare l'Avellino, è arrivata a destinazione, ma non avrebbe affatto soddisfatto i piani alti dell'attuale dirigenza irpina che attende, comunque, anche un parere dalla triade commissariale per capire se la stessa ritenga congrua la cifra proposta, in modo da avere un'ulteriore elemento per riflettere e decidere sul da farsi.

Le strade come detto sono due: dire sì a D'Agostino e defilarsi o ripartire entro le prossime 48 ore. Per farlo, però, la direzione è obbligata: occorre trovare risorse non interne alle società che orbitano nell'universo Sidigas, sotto forma di sponsorizzazione (o sponsorizzazioni, ndr), in alternativa di un sostegno esterno, in modo da sfruttare l'operatività fino a un milione di euro, per mettere sotto contratto tesserati, garantita dalla fideiussione presentata a corredo della domanda di iscrizione, accetta dalla Lega Pro.

Successivamente si potrebbero aggiungere agli introiti spendibili la propria fetta di diritti tv e i premi di valorizzazione per i giovani che farebbero parte della rosa. E così, qualora De Cesare dovesse confermare la riunione nel capoluogo campano per annunciare il “no” a D'Agostino sarebbe, a questo punto, solo in concomitanza con la certezza di aver reperito un budget con cui dare il via alla prossima annata agonistica guadagnando tempo per risolvere le grane della Sidigas e provando, strada facendo, a sbloccare ulteriori risorse.

Scontato dire che rappresenterebbe, altresì, un incomprensibile e autolesionistico controsenso rifiutare in assenza di un piano finanziario-economico con cui affrontare il campionato di Serie C (quello, per intenderci, dato per presentato ma mai arrivato a Palazzo di Giustizia, ndr) creando ulteriori criticità, potenzialmente irrimediabili, al punto di perdere a zero il patrimonio Uesse.

Dunque, se De Cesare ha un asso nella manica, si procederà alle firme del direttore sportivo Musa (che sarebbe anch'esso immediatamente convocato a Napoli, ndr) e successivamente a quella dell'allenaotre Bucaro (sul tecnico è, però, piombato il Palermo, ndr); poi alla costruzione della squadra provando a porre le basi per un campionato di transizione e a ricucire lo strappo con la tifoseria, intanto pronta a scendere in piazza perché pesano come un macigno le volontà di disimpegno espresse, che stanno venendo e verrebbero pienamente disattese. In ogni caso sono le ore della verità: si o no.

Ulteriori empasse non sono possibili e, si vocifera, potrebbero non essere tollerate dallo stesso Mauriello, che, in caso di “no” a D'Agostino e simultanea mancanza di un via libera per passare dalle ai fatti, dopo aver abbondantemente funto da parafulmini, mediterebbe un passo indietro, dimettendosi.

Intanto, arrivano conferme ed emergono ulteriori dettagli sul viaggio tenuto in gran segreto, lo scorso lunedì pomeriggio, dal primo cittadino del capoluogo irpino: a Milano si è consumato un lungo incontro con Fabrizio Preziosi, figlio di Enrico, proprietario del Genoa. La famiglia Preziosi, che già la scorsa estate aveva provato a prendere l'Avellino in tandem con il gruppo Marinelli, potrebbe offrire una iniziale collaborazione tecnica, ma non è da escludere un impegno in prima linea al fianco di D'Agostino, eventuale riferimento sul territorio, per ampliare l'assetto societario e puntare a grandi traguardi, con la A maiuscola – si vocifera – nell'arco di 4 anni. Il discorso, imbastito, è stato congelato. Ora conta solo una cosa: la decisione della Sidigas. Dentro o fuori. Ci siamo.